L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla questione societaria del club rosanero con un nuovo fondo interessato ai rosa.
Il Tribunale di Catania dà torto a Di Piazza, riprendono spedite le trattative di cessione di una quota di maggioranza del Palermo. Si attendeva solo questa decisione per la svolta su cui lavora da tempo lo stesso presidente Mirri, consapevole che alla società serve l’immissione di capitali freschi per un progetto importante a lungo termine.
La rottura col socio italo americano assieme al quale era stato vinto il bando del 2019 per ripartire dalla Serie D metteva tutto in forse: fra le richieste di Di Piazza c’era il sequestro conservativo dei beni della Hera Hora, la holding di controllo del Palermo. Un accoglimento dell’istanza avrebbe portato al blocco delle azioni e all’impossibilità di cedere delle quote. Ieri finalmente il giudice si è espresso (foro di Catania competente per vicende estere, dato che la società Italplaza di Di Piazza ha sede negli Usa): il ricorso è stato rigettato e la stessa sussistenza del diritto ad un rimborso per il valore delle quote, assicurato però dalla legge in caso di recesso, sarà accertata in un successivo giudizio, stavolta a Palermo, nel quale si accerteranno anche, recita la sentenza, “eventuali responsabilità di Italplaza per violazione degli impegni assunti nel business plan”.
Tempi brevi. Si attendono di conoscere le mosse dell’italo americano che ha replicato con un lungo comunicato sostenendo che i punti da dirimere sono ancora numerosi. I suoi legali stanno valutando se impugnare o meno il rigetto del sequestro, ma nel frattempo c’è una certezza: la precisazione della somma dovuta a Di Piazza (che chiedeva addirittura 11,9 mln di euro) non inciderà in nessun caso sulle trattative di cessione, perché resterà un debito di Hera Hora e non sarà trasferito alla controllata Palermo. Non a caso, pochi minuti aver conosciuto l’esito del giudizio, il club rosa ha emesso un comunicato molto chiaro, sbilanciandosi sulle possibilità dell’arrivo di nuovi soci in tempi ragionevolmente brevi: «La decisione – recita la nota – consente di portare a termine le trattative che la proprietà sta da mesi responsabilmente conducendo per l’ingresso di nuovi capitali nel Palermo, trattative da tempo in corso con investitori seri, capaci di regalare alla città e ai tifosi le gioie che meritano».
No Pallotta . L’investitore di cui si parla non sarà James Pallotta, il bostoniano ex presidente della Roma. Le voci su un suo interessamento sono datate, e risalgono ad una richiesta di informazioni sulla situazione del Palermo fatta tre mesi fa a Lazard, la banca d’affari cui Mirri ha demandato le trattative per un rafforzamento societario. Dopo quel contatto, nessun seguito né incontro diretto. Sono ripresi invece i colloqui già avviati con un fondo che ha sede a Londra e non ha specifiche esperienze nel calcio. Ci sono ancora parecchi dettagli da limare, ma l’intenzione è quella di arrivare il più presto possibile ad una definizione concreta dell’operazione. Una settimana dunque davvero bollente per il Palermo, che dopodomani attende il super Bari al Barbera: in squadra, stop per Giron a causa di un problema al piede mentre Crivello è tornato in gruppo. E Filippi continua a lavorare sul 3-4-1-2 con un trequartista alle spalle delle punte.