L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul primo allenamento di Corini al Palermo.
Per essere una prima volta, di vecchi amici ne ha trovati tanti. Non ha avuto bisogno di molte presentazioni, Corini, al suo ritorno a Palermo. Con la squadra chiaramente ha dovuto parlare un bel po’, in mattinata, a Casena dei Colli. Lì dove non si era recato nella serata del suo arrivo in città, ma dove i suoi nuovi giocatori lo hanno atteso per un primo confronto. Poi, appuntamento a Boccadifalco, dove si respirava profumo d’Europa.
Perché c’era lui, il capitano di quel Palermo da sogno, ma a coadiuvarlo nel lavoro c’era Santana, suo compagno di squadra in quel gruppo che raggiunse gli ottavi di finale di Coppa Uefa. E a bordo campo a seguire il tutto un altro componente di quel Palermo, il ds ad interim Rinaudo, che ha fatto da cicerone per l’ospite d’onore Marwood, accompagnato da Zavagno.
Un revival dei vecchi tempi, ma la realtà di oggi è diversa e Corini lo sa bene. Per questo, sul terreno di gioco, ha iniziato subito a provare tutte le soluzioni possibili. Non ha lasciato nulla al caso, il “Genio”. Ha iniziato con il 4-2-3-1 a cui la squadra è abituata, il modulo ereditato da Baldini, riproposto da Di Benedetto nelle sue sfide di Coppa Italia con Reggiana e Torino.