L’ex rosa Sorrentino: «Chieri in C in cinque anni. Di Zamparini vorrei avere un centesimo della sua competenza nello scovare talenti»

L’edizione odierna de “Il Corriere di Torino” ha riportato un’intervista a Stefano Sorrentino il quale si esprime su vari temi, tra i quali anche su Zamparini.

«Fino a 43 anni mi sono divertito, adesso inizio a lavorare». Parte da Chieri la nuova vita di Stefano Sorrentino, quella da presidente.

I guantoni al chiodo li aveva appesi nel 2019 dopo una vita intera trascorsa a tuffarsi da un palo all’altro: in tutto 636 presenze tra i professionisti con diverse medaglie al valore, compresa quella di un rigore parato a Cristiano Ronaldo. E ora eccolo lì, a Casa Chieri, con un ruolo tutto nuovo. Ma anche gli stessi occhi di sempre: «Quelli della tigre, li ho ritrovati», dice.

Stefano, prima di tutto: chi gliel’ha fatto fare? «Ho avuto la fortuna di giocare fino a 40 anni ad alti livelli, quasi tutti i miei sogni nel cassetto li ho esauditi. Nel momento in cui ho deciso di smettere non ero però pronto a farlo, gli anni della pandemia ci hanno rinchiuso in casa, da lì mi son messo a immaginare un mio progetto».

Perché il Chieri? «Perché è il miglior punto di partenza possibile. Per un paio d’anni ho cercato una società giusta e non la trovavo, stavo perdendo le speranze. Poi all’improvviso si è presentata questa opportunità, inizialmente mi spaventava perché temevo che fosse una realtà troppo grande, qui dopo Juve e Toro secondo me c’è proprio il Chieri. Ma un caffè con il presidente Luca Gandini, che già conoscevo, è bastato per convincermi. E in tre settimane abbiamo chiuso tutto, quasi non me ne sono accorto».

A proposito di Juve e Toro, a che punto sono? «Credo che il Toro abbia trovato la strada giusta con Juric, ora dovrà dare continuità. Per la Juve sarà decisiva la prossima stagione, quest’anno Allegri ha messo un punto sul passato e ora dovrà riusci[1]re a tornare a lottare per lo scudetto. Ma con il Chieri ho poco tempo per guardare alle altre…».

Serve coraggio oggi per investire nel calcio, la crisi non perdona. Cosa vi rende ottimisti? «Intanto mi auguro che la crisi possa finire. Poi credo nel calcio perché è il gioco più bello del mondo, so bene cosa c’è dietro il nostro movimento e credo che con la testa da professionista si possano fare grandi cose. E in fondo credo che il rischio di impresa ci sia dappertutto, se avessi investito in un ristorante sarei rimasto lontano dai riflettori ma avrei rischiato comunque molto. Poi grazie ai 10 anni di gestione Gandini mi trovo con una società sana, con un patrimonio umano e tecnico di 300-400 ragazzi fondamentale, un impianto di prim’ordine e pure gli spazi per lanciare finalmente la mia scuola portieri» .

Arriva Sorrentino, arrivano anche altri grandi nomi? «Non credo. Penso di aver preso il miglior ds possibile scegliendo Antonio Montanaro e il miglior responsabile del settore prendendo Omar Cerutti, con Piero Ciletta alla scuola calcio. Ci aspettano tutti al varco, ma non faremo il passo più lungo della gamba».

Avranno un ruolo anche papà Roberto e suo fratello Ivano? «Sì, ci saranno. Qualcuno dirà che sono raccomandati, ma sono da una vita nel mondo del calcio e sempre con ottimi risultati. Alla fine è il campo che decide».

Vent’anni di carriera, tanti tra Palermo e Chievo. Cosa ruberebbe a Zamparini e Campedelli? «Di Zamparini vorrei avere un centesimo della sua competenza nello scovare talenti. Da Campedelli prenderei calma, serietà e umiltà».

E che presidente sarà Sorrentino? «Vorrei continuare a essere riconosciuto per la persona vera che sono, mi reputo un uomo di valori».

È qua per restare? «Zero dubbi. Casa Chieri sarà la mia seconda casa».

 

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Redazione Ilovepalermocalcio