In vista della sfida contro il Brescia, il tecnico del Lecco Foschi ha parlato nel corso di una conferenza per presentare la gara.
Di seguito le sue dichiarazioni:
«In un’intervista mi sono espresso male e passo per maleducato. È uscito fuori che io non vado a salutare Pirlo e altri perché sono dei campioni del mondo. La mia era una forma di rispetto nei loro confronti. Sinceramente io vado a salutare tutti con un grande rispetto e dare sempre il benvenuto a tutti i miei avversari. Passare per maleducato mi dava molto fastidio, ma mi sono espresso male io in televisione»
«Giocare qui è il coronamento della vittoria del campionato e di tutta l’estate che abbiamo passato sappiamo tutti come. Quindi domani si chiude il cerchio e finalmente giochiamo davanti alla nostra gente, cosa che per noi significa molto. In termini di risultato, più che di prestazione che anche a Padova c’è stata. È giusto che ci prendiamo questo premio, è quello che ci siamo guadagnati. Il fatto di giocare qua è un premio di questo non possiamo che ringraziare tutti quelli che hanno contribuito affinché questo potesse accadere. Parlo dalla società al presidente, dal direttore Maiolo al direttore sportivo Fracchiolla, tutte le persone che hanno contribuito fino al magazziniere, dalle istituzioni, quindi il Comune e la Questura… Non voglio dimenticare nessuno, veramente ricordo tutte le persone che si sono adoperate affinché questo accadesse e che hanno lavorato in fretta, perché comunque noi alla seconda partita abbiamo ancora una volta la nostra gente. Ai ragazzi ho detto che dobbiamo rendere merito a chi si è adoperato, altrimenti non avremmo fatto tutto questo per niente. Vogliamo far vedere che la squadra lotta ed è all’altezza della categoria, dell’ottenimento dell’obiettivo prefissato».
«Ho una squadra di possibili titolari. Non decido alla seconda di campionato chi giocherà di più e chi di meno. Il campionato l’anno scorso l’ha vinto anche Maldini che ha deciso di smettere di giocare. Il gruppo è sano, magari alla fine farà 30 partite chi oggi pensa di non giocare mai: la formazione la fanno sempre i giocatori».