Il presidente del Lecco Di Nunno intervistato dall’edizione odierna de “La Gazzetta del Mezzogiorno” si è espresso in merito al Bari.
Ecco le sue parole:
«Affrontare il Bari farà un certo effetto. Avrei potuto esserne il presidente, ora mi ritrovo da avversario. Un debito di riconoscenza. Bari mi ha salvato la vita: da giovane ebbi un grave incidente sul lavoro che mi causò una cancrena all’ultimo stadio ad una gamba. Fui trasferito nel capoluogo in coma e i medici riuscirono a guarirmi. Ero ricoverato proprio nei pressi dello stadio Della Vittoria: nel progetto presentato al sindaco Decaro, lo avevo indicato come impianto di riferimento. Si optò per la proprietà più facoltosa: la strada più sicura per risalire rapidamente la china. Comprendo, ma il mio era comunque un programma ad ampio raggio. Bari è una città con potenzialità infinite. Un’attività capillare sul settore giovanile sarebbe stata una priorità: avevo individuato un’area in cui costruire 15 campi per far allenare dalla prima squadra fino ai più piccoli”. E ancora… “Come si poteva immaginare che la piazza barese non avrebbe legittimamente preteso di tornare in serie A? La multiproprietà resta un limite oggettivo, inutile girarci attorno. Ma chissà che la situazione non sia in via di risoluzione. Secondo informazioni che ritengo fondate, il Bari sarà presto ceduto ad investitori americani».