Paolo di Nunno, Presidente del Lecco, è tornato a parlare ai microfoni de La Provincia di Lecco circa il suo futuro alla guida dei blucelesti. Il patron ha fatto intendere come il suo futuro sarà comunque lontano dalla presidenza del club, nonostante le difficoltà per quanto concerne la cessione societaria.
«Gli stipendi? Li ho pagati tutti. O meglio: tasse e contributi li ho pagati tutti per entrambe le mensilità di marzo e aprile, poi ho pagato tutto marzo. E aprile ho tempo fino al 4 di giugno… Ho sborsato più di un milione di euro e ora mi mancano 400mila euro. Ma l’iscrizione la faccio io. Chi altri se no?». Di Nunno spiega: «Non c’è più tempo, anche se dovesse subentrare qualcuno. Ora che si intesta la società, poi i contratti e fa tutte le scartoffie che servono, chiunque arrivi sarebbe fuori tempo. Per cui me ne sto occupando io. Ho detto a Cecconi di iscrivere il Lecco entro il 4 giugno e non ci saranno problemi per questo. È l’ultimo regalo che faccio a Lecco, poi scompaio».
«ipotesi di rimanere, anche con una minoranza? Ma guardi che nessuno mi vuole più a Lecco. E Io non voglio più stare a Lecco. Ripeto: state tranquilli. L’iscrizione la farò. Non arriva nessuno, per ora, per cui se non la facessi perderei tutto e non posso permettermelo. Aliberti sta cercando soci e sponsor. Mi sembra uno serio, ma io non andrò avanti sicuramente. Pro Sesto? Ho chiuso con il calcio – taglia corto Di Nunno -. Per cui… Anche i miei figli non vogliono più sapere niente di calcio. Eravamo senza direttore sportivo e abbiamo vinto il torneo di C. Con il direttore sportivo siamo retrocessi. Però i miei figli o lavoravano in ditta o con il calcio. E il calcio richiede più soldi ed è più complicato. Ce ne siamo resi conto».
«Me ne dicono di tutti i colori, ma io faccio quello che ho promesso: lasciare il Lecco in mani serie e pagare tutto quel che mi spetta. Se poi non lo vorrà nessuno, lo darò al sindaco, che a me non ha mai dato niente. A Lecco sono stati bravissimi: prima mi hanno fatto rifare il terreno di gioco gratis e poi tutto lo stadio. Tra una cosa e l’altra quasi due milioni di euro che la città di Lecco si è messa via con lo stadio senza darmi un euro. Dei geni».