Le tre “S” non funzionano. Palermo contro il Pisa lo stesso modulo ma nuovi interpreti

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo contro il Pisa e Corini che rivede il centrocampo.

A Boccadifalco, per la prima volta, si sono visti molti esperimenti come la difesa a tre e poi diverse carte mischiate con tante varianti, anche se al momento il 4-3-3 resta la prima opzione del Palermo. Ma quel che è certo è che in questa settimana Eugenio Corini sta studiando le mosse per dare una svolta al campionato rosanero, con la squadra che sinora ha dato la sensazione di non funzionare: con un centrocampo mai in grado di salire di intensità e trovare inserimenti e gli esterni d’attacco spesso lontani dalla porta che hanno lasciato Brunori isolato e triplicato dalla difesa avversaria. Eppure, domani contro il Pisa, i primi aggiustamenti di rotta potrebbero riguardare gli interpreti, con almeno 5-6 pedine che scalpitano: Bettella, Broh, Damiani, Valente, Soleri e Vido.

Le varianti di uomini. Le tre “S”, Stulac, Segre e Saric, insieme non girano e l’unico che in alcuni spezzoni di gara ha dato la sensazione di avere una marcia in più, se non altro dal punto di vista fisico, è stato Segre. Non è da escludere quindi l’inserimento dal primo minuto di Broh, l’unico dei centrocampisti della rosa in grado di fornire muscoli alla fase difensiva, ma anche iniziativa, dinamismo e benzina per le ripartenze. Allo stesso modo, se Segre non fosse al meglio, potrebbe cominciare la gara anche Damiani, al fianco di Stulac, che è chiamato a prendere per mano la squadra. Ma le novità potrebbero arrivare anche nel reparto offensivo, con Valente che scalpita per una maglia da titolare. E anche giocatori come Vido e Soleri, dei cui gol c’è bisogno dopo tre partite di digiuno. Così, se il Palermo sembra destinato a cominciare con il solito tridente, oltre a quello solito con Elia e Di Mariano a supporto di Brunori, sono stati provati schemi con Valente titolare. Ed è stato sperimentato anche un modulo con due trequartisti a fare densità centrale a supporto della punta, un ruolo nel quale sono stati provati Vido e Di Mariano, a supporto di Soleri.

Il momento di Bettella. Discorso diverso per la difesa, un reparto finito sotto accusa, che via via aveva ritrovato gli equilibri, prima di naufragare di nuovo contro la Ternana. Per questo motivo, recuperato dopo gli acciacchi di Manchester, potrebbe essere arrivato il momento di puntare su Bettella, arrivato a Palermo dopo un’esperienza non felice a Monza e come potenziale titolare. Il centrale farebbe coppia con Nedelcearu, con Buttaro a destra, mentre a sinistra la scelta obbligata sarebbe su Mateju (ancora una volta a piede invertito), dato l’infortunio di Sala contro la Ternana. Salvo la sorpresa Devetak, provato molto in allenamento, anche per gli acciacchi dello stesso Mateju e di Crivello. Esperimenti di modulo. E qui veniamo ai numeri e alla tattica: in settimana Corini ha provato per la prima volta anche la difesa a tre con Buttaro, Nedelcearu e Marconi. Uno schema che si potrebbe adottare a gara in corso, anche perché in passato, con il 3-5-2, lo stesso allenatore è uscito dalle sabbie mobili ed è riuscito a salvare per due il Chievo in serie A. Ma tra gli esperimenti è stato provato un 3-4-2-1, con una linea mediana composta da due centrocampisti, due terzini a spingere sulle fasce e più densità negli ultimi 25 metri con due attaccanti alle spalle di Brunori.  E ancora un modulo ad albero di Natale, con il 4-3-1-2. Esperimenti, varianti, carte mischiate, opzioni, che testimoniano una cosa: bisogna aumentare la pericolosità in fase offensiva e per farlo, con una panchina lunga, non occorre lasciare nulla di intentato.

 

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Redazione Ilovepalermocalcio