Le più grandi (ed epiche) vittorie calcistiche dell’Italia

Si sa, l’Italia ultimamente non è ai massimi livelli calcistici e, nonostante il lavoro eccellente di Mancini, non ci si può esaltare troppo per una nazionale che è obiettivamente priva di campioni. Per questo motivo, non è un caso che le nostre migliori partite le abbiamo disputate solo contro l’élite del calcio mondiale. Questo dimostra che per tirare fuori il meglio di noi stessi, le sfide quasi impossibili ci sono sempre servite, dove si vince di più, come il gioco d’azzardo in un casinò.
Del resto non è un caso se le nostre migliori partite di sempre si fermano al 2006, l’anno dell’ultimo successo mondiale, che coincide con la definitiva consacrazione di quella che è stata l’ultima vera grande generazione di calciatori: quella di Del Piero, Totti, Nesta e Inzaghi. Da allora è iniziato un lungo percorso discendente che ha visto come unico colpo di coda la vittoria degli Europei di calcio del 2021, ma senza mai giocare il classico calcio “champagne”

Le partite che hanno fatto la storia del calcio in Italia Ripercorriamo la storia delle gare più belle della nazionale maggiore di calcio italiana.

1. Italia – Germania 4-3 (1970)
Si scrive e si legge tutta d’un fiato “Italiagermaniaquattroatre”! Tutti la ricordano come la partita del secolo. Ancora oggi fuori dall’enorme Azteca è affissa una targa che ricorda quel giorno. Da buon italianista qual era, Brera non la pensava allo stesso modo e per lui si era trattato solo di un folle turbinio di eventi in cui l’agonismo l’aveva fatta da padrone, al punto da scrivere: “Se dobbiamo giudicarlo dal punto di vista tecnico-tattico, il calcio giocato è scadente e confuso. Dal punto di vista agonistico, invece, è una vera squisitezza, tant’è che i messicani sono ancora lì a festeggiare. Probabilmente non aveva torto, dato che il Time dopo 40 anni l’ha descritta come la partita più bella di sempre.

2. Italia – Brasile 3-2 (1982)
Per gli italiani, una delle più grandi vittorie di sempre della nostra nazionale. Forse ha un che di meno epocale di Italia – Germania 4 a 3, ma per ciò che ci lasciò in eredità, sicuramente è stata più importante dal punto di vista della consapevolezza.

Gli azzurri capirono dopo quella gara di essere la squadra da battere; e da lì a poco conquistarono il titolo mondiale. Tra le strade se ne parlava come della vittoria di Davide contro Golia. In realtà, sul campo l’Italia calcio vince con merito. Ancora oggi c’è chi pensa che se la dovessimo giocare altre 100 volte, le perderemmo tutte e cento. Evidentemente il destino aveva in serbo per noi qualcosa di speciale in quel momento. Una sola possibilità per batterli e la cogliemmo al volo. I brasiliani ricordano ancora quella partita come qualcosa di catastrofico e ne hanno ben donde, visto che all’epoca la Seleção era praticamente fantastica, ma la bellezza non è l’unica cosa che conta nel calcio.

3. Italia – Germania 3-1 (1982)
Sulla carta non era affatto semplice quella finale, contro Rumenigge e company partivamo sfavoriti. Gli azzurri però, in cuor loro (ma l’Italia intera soprattutto), sapevano che si trattava solo di una gara complicata, ma non impossibile. Sapevano che con calma e consapevolezza, avrebbero potuto farcela, e così fu. I calciatori italiani, sotto la guida di un fantastico Bearzot, giocarono una gara superiore, a cuor leggero e senza paura di perdere. Ciò è dimostrato dal fatto che dopo il rigore sbagliato da Cabrini, gli azzurri continuarono a martellare come se non fosse successo niente. L’Italia fino a quel momento era stata in grado di battere le migliori squadre del Sudamerica, e forse del mondo, quindi la Germania non poteva fare paura. Il grido di gioia di Tardelli resta ancora oggi una fotografia indelebile di una delle nostre storie più belle, altro che l’Italia vince europei calcio 2021 con tanta fortuna. L’urlo di Tardelli fu così lungo che ancora oggi ce lo immaginiamo lì a correre per il campo a braccia aperte verso l’abbraccio dei suoi compagni di squadra.

4. Germania – Italia 0-2 (2006)
Ancora i tedeschi, ma soprattutto, ancora l’Italia che li batte. Nel 2006 la gara si giocava a casa loro, a Dortmund. Come se non ci conoscessero, i tedeschi avvelenano ancora una volta la vigilia della gara, utilizzando il solito umorismo sciovinista.

La solita solfa, spaghetti, pizza e mandolino/mafia. Dribblano sul fatto che siamo da sempre la loro bestia nera, scendono in campo spavaldi, pensando di essere imbattibili, figuriamoci a casa loro. Nella Sud Tribune dello stadio solitamente giallonero, ergono un muro umano, questa volta di colore bianco come la loro casacca. Non servirà a nulla: è nero il terrore che afferra saldo i loro cuori; come disse Leonida. Visto che apprezzano così tanto la nostra cucina, per 90° li bolliamo a fuoco alto, ma siccome i rigatoni sono loro, i tempi regolamentari non bastano. Restano in piedi fino al minuto 118, quando Grosso decide di togliere per primo la pentola dal fuoco. È al dente, tiro a giro di interno sinistro su cui Lehman non può nulla. È fatta, ma Cannavaro e Del Piero non sono d'accordo. Non vanno sconfitti, vanno distrutti. Ho ancora nelle orecchie il grido di Caressa: Andiamo a Berlino Beppe! Il resto è storia e la quarta stella sulla nostra casacca a spese dei galletti.