Le nuove regole: Reddito di cittadinanza, scatta la sospensione del beneficio
Nuove misure più stringenti sono state introdotte dall’ultimo Decreto Sostegni per i beneficiari del reddito di cittadinanza. Scatta infatti la sospensione per tantissimi percettori del sussidio economico varato dal Governo Conte.
Reddito di cittadinanza, il Decreto Sostegni introduce la sospensione per sei mesi
Cambiano le regole per tutti coloro che iniziano un lavoro. In base alla vecchia normativa, invece, colui che ottiene un contratto di lavoro, anche nell’ambito del suo nucleo famliare, deve comunicarlo all’Inps entro trenta giorni. Spetterà poi all’ente rimodulare l’importo del sussidio in proporzione all’aumento del reddito familiare prodotto dall’attività lavorativa.
Il decreto sostegni invece ribalta le regole. Il reddito di cittadinanza sarà sospeso temporaneamente se una o più persone in famiglia firmeranno un contratto di lavoro a tempo determinato. I pagamenti riprenderanno, quando sarà terminata l’occupazione, come accade già per la Naspi. Stabiliti anche i requisiti necessari per la sospensione. E’ necessario infatti che, con l’aggiunta del reddito da lavoro dipendente, il reddito della famiglia non superi comunque i 10mila euro annuali. La sospensione, inoltre, dura un massimo di sei mesi.
Cosa succede dopo sei mesi
Dal sesto mese in poi, se il contratto di lavoro a tempo determinato viene rinnovato o semplicemente ha una durata maggiore, il beneficiario tornerà percepire il reddito di cittadinanza ma l’Inps ricalcolerà l’importo dovuto in base al reddito percepito. In questo modo chi non riuscirà a stabilizzarsi contrattualmente potrà beneficiare comunque di un sussidio statale per integrare le finanze familiari.
Revoca del reddito
Confermate invece le ipotesi di revoca del beneficio: per dichiarazione falsa o incompleta della situazione reddituale, patrimoniale o relativa al nucleo familiare; per mancata comunicazione all’INPS della variazione del proprio patrimonio (entro 30 giorni); se si lavora in nero o si accumula reddito da attività illecite; nel caso in cui uno dei membri del nucleo familiare abbia trovato lavoro così da far alzare la soglia di reddito prevista al di sopra dei limiti per ricevere l’Rdc.