L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla crisi in difesa del Palermo.
Se si volesse guardare il bicchiere mezzo pieno, il Palermo contro il Pisa ha segnato dopo 300 minuti, ha fatto il primo punto dopo tre gare e ha dilapidato una vittoria in una partita dove ha dato segni di vita e di dinamismo. Ma i numeri sono argomenti testardi, soprattutto quando sono stampati su una classifica. E questa dice che dopo 9 giornate, quasi un quarto del campionato, la squadra di Corini ha 8 punti, è in piena zona retrocessione, con un solo punto di vantaggio rispetto alla zona rossa e, per quanto si continui a proiettare il riscatto nel futuro, ha già un piede nelle sabbie mobili.
Un’altra sfida salvezza. C’è una parola che si è fatta avanti prepotentemente in viale del Fante dopo il pantano nel quale il Palermo si è cacciato perdendo cinque delle ultime sette gare: “salvezza”. L’ha pronunciata per la prima volta lo stesso Corini, in una conferenza stampa in cui ha perso la sua calma proverbiale: «Dobbiamo guardare in faccia la realtà, oggi questa squadra si deve salvare».
Numeri da retrocessione. Nelle prime 9 giornate di campionato il Palermo non solo ha perso cinque partite, ma ha segnato 9 gol, con una media di una rete a partita, e in ben 4 gare, quasi la metà, è rimasto a secco. E rispetto a questo è emblematica la gara contro la Ternana nella quale i rosa non hanno mai tirato in porta.