L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul fenomeno social che è arrivato fino a Sanremo. Duracell è Franco Gioia dallo Zen, accompagnati dalle Iene hanno seguito da vicino la kermesse.
Dai padiglioni fatiscenti dello Zen2 a inviati speciali alle porte dell’Ariston. Basta poco. Uno smartphone e un po’ di spettacolare comicità nazionalpopolare. Al resto ci pensano i social. Sono diventati il fenomeno del momento in pochi giorni, complice l’atmosfera mediatica di Sanremo, Franco Gioia, 61 anni, e Duracell, nome d’arte di Pietro Modica, 31 anni, due TikToker palermitani che dalle migliaia di visualizzazioni in rete sono arrivati tra le sale e i backstage di Sanremo.
Fanno gli interpreti comici, si improvvisano influencer e storpiano in inglese e spagnolo, rigorosamente maccheronici, i grandi successi internazionali, da Julio Iglesias a John Paul Young. Cappellino di lana in testa e sciarpa del Palermo, Franco Gioia e Duracell hanno conquistato da oltre un anno il popolo del web col loro fischio ritmato e le gag in piazza allo Zen con pallone da calcio, microfono e leggio. A fargli il coro amici e parenti.
Allo Zen, tutti conoscono Pietro Modica come il “fischiatore”, tipico richiamo delle comitive da strada, mentre c’è chi sfreccia in motorino. Il Signor Franco, con occhiali e baffo da gangster, sfoggia le doti melodiche, davanti la sua bottega di quartiere. Eppure di quel fischio, i due TikToker di strada ne hanno fatto un marchio. « Non avremmo mai creduto di arrivare a Sanremo » , dicono i due TikToker, che poco prima dell’inizio del festival avevano ricreato, proprio allo Zen, il loro “piccolo Ariston” in un loro ultimo video da 141mila visualizzazioni. E adesso duettano con clip virali su TikTok con la Rettore, Massimo Ranieri e storpiano in siciliano le canzoni dei Måneskin.
Fuori dal festival in Riviera, la fanno da protagonisti spavaldi tra foto coi vip e video virali che girano anche in chat private su WhatsApp. Preparano canzoni da fischiettare e studiano le canzoni in gara. A sostenere il loro viaggio sono state “Le Iene”, che li hanno eletti a mascotte insieme all’inviato Nicolò Devitiis. «Abbiamo accolto il loro piccolo sogno – dice Devitiis – li abbiamo raggiunti allo Zen e siamo volati all’Ariston per portarli con noi a seguire il dietro le quinte del festival» . Poi la scommessa di portarli direttamente sul palco dell’Ariston, con la proposta lanciata ad Amadeus, che in modo garbato ha declinato l’offerta, seppur divertito dai fischi dei successi house anni Novanta del duo.
Ariston o meno, Duracell e il Signor Franco, dalle doti canterine e mattatori da social newtwork, hanno già vinto. I loro video sono strumenti di fomento popolare, risa condivise e tormentoni. A Trapani, nel muro di un quartiere popolare, alcuni street artist hanno disegnato i loro volti stilizzati, con la scritta “6 mitico”. Dalla passeggiata musicale a Mondello, per andare a mangiare il polipo, ai video in piazza insieme ai residenti dello Zen, Duracell e Franco fanno uno show online di coppia leggero e senza pretese. Come loro, d’altronde: «Noi alziamo gli occhi al cielo e guardiamo i gabbiani » , dice Duracell, che tra un video e l’altro ironizza sul suo passato, non sempre facile « In Puglia? Ci sono stato, da detenuto » , ironizza in un video. E il Signor Franco lo segue col baffo intonando un ritornello napoletano.
C’è chi lo definisce trash, chi invece lo fomenta. Tra un video dei Queen con ballo da tormentone e “Billie Jean” mascherato da fischi e improbabili neologismi, i due sono l’immagine dell’improvvisazione dal basso, spesso senza freni, che si fa testimonianza di bisogni collettivi di socialità. Sia anche il fischio scimmiottato di una canzone. Dopo la breve ma intensa parentesi a Sanremo, Duracell e Franco si preparano alla tv, dal 9 febbraio saranno nel team de “Le Iene”. Chissà con quali nuove gag.