Lauricella, il campione d’Europa che sogna i rosa: «Vorrei giocare nel Palermo. Mi piace molto Ranocchia»

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul palermitano Lauricella campione d’Europa con l’Under 17.

Giovanni Lauricella, un giovane talento palermitano di 17 anni, è recentemente salito alla ribalta dopo aver vinto il Campionato Europeo Under 17 con la nazionale italiana. Nato e cresciuto a Brancaccio, un quartiere difficile di Palermo, Lauricella ha percorso una strada lunga e tortuosa che lo ha portato al trionfo continentale in Cipro.

Gli Inizi e le Prime Esperienze
Lauricella ha iniziato il suo percorso calcistico al centro Padrenostro, un oratorio che offre sostegno a ragazzi in difficoltà. Da lì, ha partecipato a uno stage con il Real Madrid, un’esperienza che, purtroppo, si è conclusa prematuramente a causa del suo comportamento. Tuttavia, è stato notato da Pamela Conti, attuale commissario tecnico della nazionale femminile del Venezuela, che ha visto il suo potenziale e lo ha incoraggiato a continuare ad allenarsi.

Negli azzurrini che hanno vinto l’Europeo Under 17 c’è anche un giovane palermitano che ha fatto parlare di sé. Giovanni Lauricella, 17 anni, partito da Brancaccio e arrivato, fino a questo momento, al trofeo continentale vinto a Cipro. Di strada ne ha fatta tanta, assieme ad un altro gruppo di ragazzi palermitani che hanno creduto nel valore di Lauricella. È la Prg Sports srl, agenzia fondata a Palermo nel 2020 dagli avvocati palermitani Francesco Pignatone, Alberto Rausa,Antonio Governale ed Emanuele LaRocca. Tra l’altro, nella spedizione azzurra, insieme a Lauricella, c’era un altro assistito dell’agenzia, ovvero Thomas Campaniello.

Ha realizzato il successo che ha ottenuto? «Onestamente ancora non ho realizzato che abbiamo vinto l’Europeo. Io penso ancora a Brancaccio, mi ci devo ancora abituare».

Com’è stato il percorso che l’ha portata alla finale di Cipro? Da dove è partito tutto? «Io ho iniziato al centro Padrenostro, un oratorio dove aiutano dei ragazzi in difficoltà. Da lì ho fatto uno stage per andare al Real Madrid. Là mi comportavo male e mi sono fatto buttare fuori. Nonostante questo, mi ha visto Pamela Conti (attuale ct del Venezuela femminile, ndr), e mi ha detto di continuare ad allenarmi con lei. E lei stessa poi mi ha portato in Spagna per fare degli stage. Poi sono entrato nel Palermo per un anno, dopo sono tornato da Pamela e infine sono arrivato al Fair Play Messina. Da lì ho fatto un po’di provini, come al Sassuolo. Lì non è andata bene, ma dagli errori si impara tutto. Poi, per fortuna, è arrivato l’Empoli. E sono qui anche grazie a Emanuele La Rocca della Prg Sports».

E adesso? Come si trova a Empoli? «Benissimo, ho firmato per tre anni e sto alla grande. Adesso sono mentalizzato a giocare le fasi finali di categoria».

Ci pensa che un giorno potrebbe giocare nel Palermo? È un suo sogno? «Io ho sempre sognato far parte del Palermo. Però a Palermo non c’è nulla e non mi riferisco alla città, che è spettacolare, ma a tutto il resto. Infatti dico a tutti i miei amici, ai ragazzi, di andare via. Ma in futuro mi piacerebbe giocare nel Palermo in prima squadra».

Qual era il giocatore che le piaceva di più? E quello che le piace attualmente? «Il giocatore che mi piaceva di più era Cavani. Quest’anno mi è piaciuto molto Ranocchia. che ho visto giocare anche qui ad Empoli».

E il suo modello? «Per il ruolo che faccio, il mio modello d’ispirazione è Theo Hernandez».

Chi l’ha impressionata di più tra i suoi compagni in Nazionale? «Mi ha impressionato Camarda, è davvero forte. Poi anche Liberali, fenomenale. Senza di loro non so se riuscivamo a vincere l’Europeo».

Qual è il suo sogno? «Raggiungere la Serie A. Ma prima devo vincere lo scudetto con l’Empoli».

Anche per Campaniello, infine, l’emozione dell’Europeo è stata indimenticabile: «Io sono un 2008 e andare in questo Europeo sotto età è un’emozione indescrivibile. Ancora non ci posso credere. Se abbiamo vinto è perché tutti siamo forti. Ma quello che mi ha impressionato di più èstato Liberali. Si nota che è proprio un altro giocatore»