“Elmetto in testa e tutti in battaglia. Il Palermo ora ha la mascella dura di Carlos Monzon, il leggendario argentino campione del mondo dei pesi medi, uno a cui Walter Novellino somigliava parecchio fino a diventarne per tutti l’alter ego, almeno nel calcio. I guanti di velluto serviranno poco al Bentegodi, soprattutto per chi come il Palermo adesso è in Serie B, con gli stessi punti del Carpi ma la differenza-reti a sfavore. Novellino, in ogni caso, alla vigilia ha provato a dispensare serenità. «Siamo un gruppo sano e compatto, la partita col Chievo sarà importante ma non decisiva. Vedo una squadra solida, ragazzi che vogliono uscire da questa situazione. Siamo consapevoli dei nostri mezzi e della nostra forza. La squadra è unita», l’anticipazione. «È bello avere i Gilardino e i Vazquez, ma è ancor più bello avere a disposizione un team che rema dalla stessa parte. Vogliamo raggiungere la salvezza, speriamo di riuscirci». PRIMA LINEA EQUIVOCA. Il Palermo ha segnato un solo gol nelle ultime cinque partite, quello di Vazquez in casa dell’Inter, col terzultimo attacco della Serie A dopo quelli di Verona ed Udinese. Gol pochi, potenziale parecchio perché Gilardino con 185 reti è la terza punta più prolifica in Serie A fra quelle ancora in attività dopo Totti e Di Natale e perché Franco Vazquez vale da tempo una grande d’Europa. Novellino mette tutto nelle loro mani: «Davanti abbiamo giocatori di alto livello, vedi un bomber come Gilardino ma altre punte che sanno attaccare gli spazi come Trajkovski ed un talento come Vazquez. Abbiamo preparato bene questa partita, sicuri che il Chievo non ci regalerà nulla. Importante sarà giocare con la testa». Novellino è deciso a portare avanti il 4-3-3, con Gilardino in mezzo più Vazquez e Trajkovski a fianco. «Per un allenatore che subentra la priorità è stabilire una comunicazione coi propri giocatori e capire quali sono i problemi del gruppo più che pensare a scegliere il vestito giusto come può essere il modulo», precisa il tecnico. «Grazie allo spirito di ogni giocatore dello spogliatoio siamo riusciti a creare quel che volevo. Mi piace come stiamo lavorando e come i miei uomini stanno reagendo in un momento di difficoltà come questo». VITTORIA PERDUTA. Il Palermo non vince dal 24 gennaio scorso, quando ne diede quattro all’Udinese, e ha raccolto appena tre punti nelle ultimevsei trasferte. Novellino vuole voltare pagina: «Abbiamo studiato adeguatamente il Chievo, quella di Maran è una signora squadra e ci metterà in difficoltà», racconta. «Noi però crediamo nei nostri mezzi e vogliamo tornare ai tre punti. Sono meno preoccupato rispetto ai tifosi, soprattutto perché il Palermo ha un’identità». Otto cambi di allenatore di certo non hanno aiutato a cementare certe convinzioni e a garantire continuità, anche se Novellino ha continuato a dispensare fiducia: «Il presidente Zamparini è vicino alla squadra, ci tiene che i ragazzi facciano bene. Ci incoraggia sempre, adesso è ora di ripagarlo con una bella vittoria. Se lo merita lui, se lo merita anche la nostra gente. Dobbiamo uscire da questa situazione. Ci sono otto finali da giocare e tutte le condizioni per fare bene». Con i suoi nazionali in giro per il mondo ha fatto spesso ricorso a e-mail e fax per comunicare programmi di lavoro e strategie. Novellino non poteva perdere tempo ma col Chievo di Rolando Maran tutta la teoria dovrà diventare pratica e trasformarsi in punti: «Ai miei giocatori dico sempre di avere coraggio. Le guerre le vince chi non ha paura, altrimenti non si va in guerra. I miei ragazzi», annuncia, «sono tutti pronti a combattere»”. Questo quanto scrive l’edizione odierna de “L’Arenza di Verona” che analizza così le parole di Walter Novellino alla vigilia del match contro il Chievo.