L’Arena: “Chievo incontentabile, Maran vede quota 40 ma sogna una volatona: «Siamo in alto, vogliamo restarci. Anche noi abbiamo forti motivazioni». Sfida scivolosa contro il Palermo”
“Il traguardo potrebbe essere già alle spalle ma questo Chievo ormai pensa più in grande. Pensa oltre. Oltre i 40 punti che oggi ha la possibilità di scavallare, oltre l’appuntamento di giornata, oltre se stesso e i propri limiti. Il bello del campionato, a otto giornate dalla fine, sta nel lusso di poter provare ad alzare continuamente l’asticella anche perché staccare la spina con un altro mese e mezzo di gare davanti sarebbe sconveniente. E non piacerebbe affatto a Rolando Maran, uno per il quale la sfida ai propri limiti è pane quotidiano. Peccato che il medesimo lusso non se lo possa permettere il Palermo di Walter Alfredo Novellino, che giusto oggi transita al Bentegodi per raccogliere punti diventati vitali per riacchiappare la permanenza in categoria, obiettivo divenuto più labile soprattutto dopo il fresco aggancio in classifica del Carpi. IL CONFRONTO. Oggi come oggi il Chievo è una realtà fatta e finita e apprezzata; i rosanero un gruppo che – viceversa – ha perduto identità e soprattutto quota in classifica. La questione-salvezza si è fatta angosciante e così anche per i gialloblù della Diga l’impegno si è trasformato in un confronto scivoloso, dagli sviluppi imprevedibili, da giocare con i piedi ma soprattutto con la testa. Prestando attenzione ai risvolti nervosi. Perché il fattore psicologico può incidere in maniera determinante – in un senso o nell’altro – sulla gara dei rosanero. «Vogliamo affrontare il finale di stagione come abbiamo finito l’ultima partita», il verbo di Maran in sede di presentazione. «Con lo stesso spirito, con la stessa voglia di stupire. Nella sosta abbiamo lavorato per ripartire nel modo migliore e senza abbassare la tensione. I ragazzi rispondono nel modo giusto come mi aspettavo: ci sono i presupposti per fare bene. Abbiamo una classifica inimmaginabile, non preventivata: vogliamo mantenerla» […]“. Questo quanto scrive l’edizione odierna de “L’Arena di Verona”.