L’appello di Pagliara: «Prendere il Catania è un’occasione unica. La piazza non ha uguali e il debito non è pesante»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Catania attraverso le parole di Pagliara.

Mancano 22 giorni all’appuntamento in Tribunale per l’asta competitiva che assegnerà il titolo sportivo del Catania. In città i tifosi non stanno nella pelle e sperano che si verifichi un rilancio definitivo del calcio cittadino. Fabio Pagliara, presidente della Fondazione Sportcity che sta ridisegnando il modello sportivo a livello nazionale, è stato uno degli ideologi della cordata etnea che due anni fa aveva salvato il Catania dal fallimento. Poi le strade si sono divise perché le idee di sviluppo portate avanti da Pagliara non erano di immediata realizzazione.

Ma il manager catanese è rimasto legato al calcio cittadino da un affetto che non è mai venuto meno. Da parte del pubblico c’è stima e il rimpianto per non averlo visto all’opera all’interno della cordata: «Oggi Catania e il Catania sono una realtà talmente appetibile per cui io credo che sia utile partecipare al bando per investire con determinate garanzie che la città adesso offre. L’interesse è che non venga qualcuno tanto per. Deve essere il migliore».

Unità di intenti Pagliara fa appello all’unità di idee e di azioni: «Il modello di condotta lo deciderà chi parteciperà al bando e prenderà il club in mano. Tutti noi – le varie componenti – abbiamo l’obbligo di dare una mano. Bisogna lanciare un segnale positivo. In questo momento partecipare al bando del Catania è un’opportunità per chi investe sul territorio. Prima tutto era diventato complicato per il monte debitorio esistente. Oggi si subentra in una condizione non pesantissima, la piazza c’è sempre con l’amore per il calcio che non ha eguali. In una regione che dal Pnrr potrebbe avere dal turismo sportivo asset interessanti, il nostro compito è far sapere il più forte possibile che la realtà Catania merita. Non è un ripiego, ma un’occasione unica».

L’entusiasmo che cova «Visto che gli investitori stranieri puntano alcune località italiane io ribadisco che Catania è una grande piazza. Se consideriamo il mondo del calcio basti pensare alle 12 mila presenze in occasione del derby col Palermo, ma anche l’atto d’amore della città che ha sborsato 130 mila euro per aiutare la squadra a iscriversi in estate. Non dimentichiamo che lo stadio sarà sistemato con investimenti già individuati». La città ha vissuto sette anni tra incertezze e mancati rilanci: «Siamo tutti stanchi, ma – continua Pagliara – se arriva una ventata di novità e di serietà si riparte. Non entro nel rilancio di Torre del Grifo, ma in merito al ramo aziendale calcio un investitore serio può accendere di nuovo la luce. E’ il momento di stare uniti tutti e far capire che investire a Catania ha un senso».

Pronto a dare una mano «Non sono un dirigente di calcio, ma porto le mie idee per cambiare il sistema sportivo italiano – conclude Pagliara – ma se da Catania dovessero chiedermi qualche idea sarei ben felice di farlo. Non chiedo ruoli né visibilità. Un consiglio subito mi sento di darlo: massima stima per Baldini e Pellegrino che hanno fatto bene. Magari se si potesse ripartire da loro sarebbe già un gesto di riconoscenza e di continuità».