L’edizione odierna del “Corriere della Sera” riporta l’editoriale del giornalista Sconcerti: “Che si cerchi di giocare è giusto, meno responsabile è cercare di farlo a ogni costo. Non è corretto nemmeno lo scopo: evitare le tante cause che potrebbero arrivare in Federcalcio…In tutto questo restano quasi sconosciuti alcuni elementi fondamentali. Quanto agonismo potrà esserci in campo? Non credo molto, non almeno nei quattro quinti delle partite. Se si chiedono cinque cambi invece di tre significa che ci si aspetta un rendimento atletico nettamente inferiore. Questo porta a un calcio di meno pressing, di più scorrimento palla, meno deciso dalle caratteristiche abituali dei giocatori. In sintesi, un calcio più controllabile. Sky e Dazn saranno disponibili a pagare lo stesso prezzo per un calcio molto diverso? O chiederanno sconti tangibili?…Non si sa nemmeno quanto la gente possa amare una stagione già ampiamente usata, ormai contraffatta rispetto all’originale e con alle spalle già adesso oltre 23 mila morti. Il calcio televisivo infine non è gratuito. Avrà voglia di pagarlo la gente come fosse nuovo di zecca? Qualcuno gliel’ha chiesto o sarà un obbligo anche questo?”.