“Il pari con il Livorno, oltre a portarsi dietro il rammarico di non aver centrato i tre punti contro l’ultima in classifica, ha evidenziato un Palermo un po’narciso, che si è specchiato fin troppo sulla bellissima azione del vantaggio tutta in verticale, ultimata da Falletti con un geniale assist per Moreo. Alla fine resta un punto che, per come si è sviluppata la gara specie nella ripresa, potrebbe rivelarsi importante per la classifica finale. Perché il Livorno non ha giocato da fanalino di coda, ha in Diamanti l’uomo che con la sua qualità e salta i movimenti di una squadra che ha messo in grande evidenza le doti di Pomini. Stellone ottiene il suo decimo risultato utile consecutivo, rimane imbattuto e si prepara a raggiungere il mio effimero primato d’imbattibilità di undici partite, che diventano tredici se consideriamo le gare di Coppa Italia in mezzo contro l’Acireale e il Parma stellare di Zola e del pallone d’oro Stoichkov. Quel Palermo, definito dei “picciotti” è lontano anni luce da questo, non solo per questioni temporali, ma perché fu costruito senza soldi. Incarnava lo spirito battagliero e l’orgoglio di unmanipolo di bravissimi calciatori che volevano dimostrare il loro valore. Berti, Biffi, Ferrara, Iachini, Di Già, Caterino e Scarafoni facevano da chioccia ai tanti giovani della Primavera che cullavano il grande sogno di debuttare in prima squadra. A Stellone e ai suoi ragazzi auguro di battere il mio record e di vincere il campionato. Il tecnico dovrà fare a meno di Nestorovski ma ha un organico che fornisce garanzie. Con lo Spezia non sarà certo facile, perché la squadra di Marino aspetta la capolista per esaltare le qualità dei suoi giovani calciatori e potersi inserire in zona playoff” […]. Questa l’analisi di Ignazio Arcoleo, ex allenatore del Palermo, ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.