“Il Palermo ha impartito una lezione di calcio al Bari, che è valsa in un sol colpo il primato in classifica, gli elogi della critica e il consenso degli scettici. Tedino ha inculcato nelle menti dei suoi calciatori tantissima cultura calcistica e le appropriate chiavi di lettura della partita utili a sfruttare gli erroritattici, e non solo, dell’avversario. Dopo una logica fase di studio, infatti, i rosanero hanno capito la fragilità dell’impianto strategico del Bari e lo hanno attaccato con veemenza ed esaltazione. Tedino ha tolto i riferimenti ai difensori avversari ed ha utilizzato l’eclettismo di Coronado e di Rispoli per generare superiorità numerica e dinamismo in mezzo al campo. Ritengo che il futuro del calcio volga verso l’eclettismo totale, con giocatori abili in tutti i ruoli, e l’allenatore ne sta valorizzando tanti in questa squadra. Coronado si è esaltato nel nuovo ruolo da mezzala, perché ha avuto più campo libero a disposizione e la possibilità di impostare il gioco nella zona nevralgica per poi procedere alla fase di finalizzazione. Con il rientro degli assenti, come Jajalo e Murawski, il tecnico avrà l’imbarazzo della scelta. Il prossimo avversario, la Ternana, dell’ex Vitiello, è una squadra composta da calciatori giovani, che vengono dalle categorie inferiori, smaniosi di affermarsi nel calcio che conta. Il portiere Plizzari, 17 anni, e il palermitano Tiscione sono l’emblema di questa favola che stiamo seguendo con ammirazione, dal momento che gli umbri hanno subìto solo 4 sconfitte. Pochesci li schiera con un 4-3-1-2, con una difesa imperniata su Gasparetto, Vitiello e Valjent, un centrocampo a rombo con Paolucci vertice basso e Tremolada sulla trequarti, Montalto e Carretta in attacco. Statistiche alla mano, il Palermo fuori casa gioca un calcio spigliato e sbarazzino, probabilmente perché trova una cornice di pubblico che, seppure avverso, dà una straordinaria carica di adrenalina. Tedino e i suoi giocatori meritano la stima e il rispetto della nostra città. Dal mio punto di vista, è arrivato il momento in cui il popolo rosanero dovrebbe chiudere tutti i discorsi in soffitta e ritornare in massa allo stadio per dare alla squadra quel che sin qui gli è mancato di più: la magia del Barbera gremito e festante. Io ci sarò”. Questa l’analisi di Ignazio Arcoleo riportata dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.