L’analisi di Ignazio Arcoleo: “Stellone, il DS Foschi e la squadra vanno soltanto applauditi”
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta l’analisi dell’ex allenatore rosanero Ignazio Arcoleo in merito alla situazione del Palermo. Ecco quanto riportato: “Cambiare tutto per non cambiare niente, così diceva Tancredi nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, a significare che la sostanza delle cose in Sicilia è destinata a non cambiare radici. Era il 20 gennaio del 1996 quando il mio mitico Palermo dei “picciotti” affrontò la Reggiana di Ancelotti in una sfida al vertice della classifica. La partita fu giocata in modo perfetto e spettacolare da entrambe le parti e finì in parità 0-0. Al termine della gara, per la prima volta, sentii alcuni fischi di dissenso provenire dalla tribuna e ci rimasi malissimo, dal momento che i miei ragazzi avevano profuso come sempre il massimo impegno per vincere. In sala stampa, così come ha fatto Stellone l’altra sera dopo il pari con la Salernitana, dissi le stesse parole: stiano a casa coloro che vanno allo stadio per fischiare la squadra quando non vince. Una frase forte, detta per proteggere i risultati fin qui ottenuti che dicono che questo gruppo, come quello mio di allora, è ancora virtualmente in serie A. Il Palermo di Foschi e Stellone, come quello che ho guidato io, ha alle spalle una società con problemi economici che incidono nella testa dei giocatori in modo negativo per le prospettive future. Un fatto che è sotto gli occhi di tutti. Il grido di dolore di Bellusci è stato un atto di amore rivolto alla città intera per evidenziare la fragilità della squadra al cospetto di problemi extracalcistici, che possono essere superati con l’aiuto di tutti, dei tifosi e non solo.
Alla squadra, a Stellone e Foschi va tutta la mia stima per gli ottimi risultati fin qui ottenuti nella consapevolezza che, al di là di tutto, lotteranno fino in fondo per andare in A. La prossima partita a Perugia rappresenta un’ennesima tappa fondamentale per dare la svolta a questo periodo di difficoltà. […]Il Perugia gira attorno a Verre, vertice avanzato del rombo di centrocampo che ha in Bianco il regista difensivo davanti ai 2 centrali Cremonesi e Gyomber, e con Dragomir e Michael ai lati rendere fluida e rapida la circolazione del gioco volta a trovare spazi e tempi di imbucata per le punte Vido ed Sadiq. Nesta ha in panchina Han e Falzerano, uomini offensivi rapidi e veloci. Un test duro che Bellusci e compagni possono superare se scenderanno in campo con la carica giusta”.