«Dopo Moratti, Berlusconi e tanti altri presidenti, anche Zamparini è costretto a vendere il suo Palermo per non essere fagocitato dal grande buco nero finanziario che gira attorno alla galassia del sistema calcio. In attesa di conoscere meglio la società inglese che ha acquistato il Palermo, il patron esce di scena con il rimpianto di non aver potuto realizzare il grande sogno di vincere qualche cosa di importante e con i sentiti ringraziamenti del popolo rosanero che grazie a lui ha visto crescere grandissimi fuoriclasse. Non è mai stato compito mio e non lo sarà nemmeno in questa circostanza dissertare sui temi societari, ma voglio ricordare che i giocatori hanno bisogno di certezze e di un clima tranquillo per preparare le partite. Per questo devono avere alle spalle una società solida che rispetta gli impegni presi con ciascuno di loro. E’ la condizione basilare affinché in situazioni come queste non avvengano contraccolpi che si riflettano sul campionato. Da giocatore ho vissuto una situazione come questa, so cosa significa. Era il 7 marzo del 1980 quando il mitico presidente Renzo Barbera lasciò la società nelle mani di Gaspare Gambino e Filippo Cammarata. Loro furono abili a darci serenità e nuovi stimoli per il raggiungimento della salvezza, che ottenemmo con qualche settimana di anticipo. C’è bisogno che i giocatori sentano la presenza di una proprietà. Il fatto che Foschi rimanga al suo posto è di fondamentale importanza per il raggiungimento della promozione, in quanto è lui a sapere quali sono i pregi e i difetti di tutti i suoi giocatori e non solo. Perché ha costruito la squadra, sa dove intervenire a gennaio e ha un rapporto con l’allenatore. Intanto, il Padova si prepara a disputare la partita più importante della sua stagione contro la capolista, in un clima di sfiducia per i risultati fin qui ottenuti. Punta tutto su un risultato positivo per uscire dalle sabbie mobili della bassa classifica. Foscarini gioca con il 4-3-1-2 volto a creare una superiorità numerica a centrocampo. Solo che i suoi centrocampisti Pinzi, Pulzetti e Belingheri, molto bravi dal punto di vista tecnico e tattico, non hanno più la grande intensità di corsa di un tempo e soffrono il ritmo e l’asfissiante pressing dei più giovani avversari. Stellone sa che può vincere questa sfida impostando la partita sul pressing ed i ritmi del suo gioco che dovrà essere molto più fluido e scorrevole del solito».Questa l’analisi dell’ex tecnico del Palermo, Ignazio Arcoleo, sulla nuova proprietà del Palermo e sulla sfida di domani col Padova.