L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla sfida tra Palermo e Bari attraverso le parole di Perinetti.
«È l’anno del Bari». In pochi riescono a fiutare la stagione giusta come Giorgio Perinetti, uno che da dirigente sportivo ha vinto e poi vinto ancora. Alla vigilia dell’incrocio dei biancorossi con il Palermo, parla da doppio ex, partendo dalle prospettive della squadra che riportò in A nel 2009. « Non sono fiducioso solo per gli otto punti di vantaggio dell’attuale classifica, ma anche perché guardando l’organico non c’è squadra che possa tenerle il passo.
Il Catanzaro è messo piuttosto bene, ma al Bari non manca proprio nulla per vincere», le parole di Perinetti. «Sono convinto che anche quando gli attuali titolari avranno una fisiologica flessione, subentreranno giocatori che faranno in modo che il rendimento della squadra resti inalterato » . Domenica c’è la possibilità di dare un ulteriore strappo facendo risultato a Palermo, sul campo di una delle due seconde in classifica insieme alla Turris. « Gara importante, ma non fondamentale per il Bari. Il pronostico è incerto, perché sulla partita secca può accedere di tutto. Del resto il Palermo è secondo in classifica e quindi dei valori ce li ha. Sta facendo un campionato da outsider, non è partito tra le favorite come nel caso del Bari».
Perinetti unisce le due piazze in un unico augurio. «Meritano la serie A, perché sia Bari che a Palermo c’è una passione popolare che non teme confronti. Se tornassero in alto, sarebbe un bene per tutto il calcio italiano. Per ora godiamoci questo bel derby del Sud in programma domenica» . Da ex direttore sportivo del Bari fa un plauso al suo giovane collega Ciro Polito, per avere costruito una squadra così competitiva. «È stato pronto e sveglio a sfruttare le occasioni di un mercato pieno di esuberi. Il Bari ha colto delle ottime opportunità e lo si vede dalla classifica», sono ancore le sue parole. Il tecnico Michele Mignani è invece una sua vecchia conoscenza, perché era uno suo giocatore ai tempi del Siena. «Avrei scommesso su di lui, perché è un uomo di grande equilibrio e quindi in grado di reggere la pressione di una piazza come quella biancorossa. Come aveva già dimostrato nelle sue precedenti esperienze da allenatore, mette in campo una squadra solida e che sa quel che vuole. È anche molto bravo nella gestione del gruppo».