L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla svolta tattica del Palermo di Corini.
Elastica, camaleontica, e adattabile in virtu delle esigenze e dei momenti. E la strategia per tenersi lontano dalla “zona pericolo” che Corini sta elaborando da un po’ di tempo. Il Palermo delle ultime uscite si muove su una base ibrida all’interno della quale il tecnico sposta gli equilibri, per necessità o per strategia.
Dallo spartiacque della sconfitta di Terni ii “Genio” ha lavorato per modificare un assetto che non stava funzionando, in alcuni uomini e nelle dinamiche di gioco. Dalla gara successiva col Pisa è partito un progetto tattico che col tempo e andato arricchendosi nei temi, prima in corso di gara, poi anche dal primo minuto. Un costrutto che parte dal 4-3-3 e vira sul 3-5-2 tra la fase di possesso e non possesso che col passare delle giornate sta portando la manovra ad essere piu fluida.
Un percorso frustrato dai ko di Cosenza e Venezia, più nel risultato e negli episodi che nella prestazione, fino ad arrivare alle ultime tre gare giocate nell’ultima settimana in cui i rosanero sono andati a vincere a Benevento per poi pareggiare in casa con il Como e a Ferrara con la Spal. Cinque punti in totale con un solo gol subito frutto di tre prestazioni diverse dal punto tattico: col 4-3-3 a Benevento, col 3-5-2 con il Como e con un 4-3-3 pronto a trasformarsi in 3-5-2 in Emilia.