L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla “vecchia guardia” del Palermo.
Una ripartenza nel segno dello zoccolo duro. La vecchia guardia del Palermo vuole dire ancora la sua, anche in Serie B, anche dopo una partenza difficile in cui molti di loro sono stati messi in discussione. I vincitori degli scorsi playoff, alla fine, sono quelli a cui Corini si sta affidando per dare maggiore equilibrio ad una squadra che non ha ancora integrato al meglio gli ultimi arrivati, almeno non tutti.
Il processo di cambiamento deve essere graduale e non può non essere altrimenti. Quando i rosa si sono presentati con soli due superstiti della scorsa stagione, le difficoltà sono state lampanti, sotto gli occhi di tutti. Appena il numero dei «senatori» in campo è raddoppiato, è iniziata la serie positiva. Nelle due vittorie consecutive con Modena e Parma, tra i titolari c’erano quattro superstiti degli anni della C e dalla panchina ne sono entrati altri tre, due al Braglia e uno al Barbera. Un aiuto valido non solo dal primo minuto, ma anche a gara in corso.
Marconi e Valente sono l’emblema, nell’ultima settimana, di quanto la vecchia guardia possa ancora dare motto al Palermo. II centrale sembrava essere destina-to alla panchina, dopo la chiusura del mercato estivo. Gli arrivi di Nedelcearu e Bettella, uniti ad un contratto rinnovato per un solo anno, potevano sbarrargli la strada. Invece no, e di certo non perché è l’unico centrale mancino presente in organico, ma per una questione di carisma e per le prestazioni messe sul campo. Il gol col Parma è stata una ciliegina su una torta che va preparando di partita in partita, dove compensa con l’esperienza alle difficolta dovute al salto di categoria.