Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, ha rilasciato alcune dichiarazioni a “La Stampa”:
“Siamo lontani dal cantare vittoria. Sarà necessario un Natale diverso, altrimenti crescerà di nuovo la curva. Se è lo stesso nucleo familiare a spostarsi, non cambia moltissimo. Resta però la raccomandazione ad avere un numero ristretto di invitati: direi 6, anche se non è un numero magico. E che non siano 6 invitati diversi ad ogni pasto. Anche il coprifuoco, poi, deve restare alle 22. I ristoratori vanno liberati – aggiunge -, facciamoli riaprire, ma dopo le festività natalizie. In questo momento dobbiamo continuare a dare ossigeno agli ospedali. Ci sono ancora troppe terapie intensive e troppi reparti pieni. Per ora lascerei tutto così, congelato, e a gennaio inizierei a valutare un allentamento delle misure per loro, ma anche per teatri e cinema”.
“In primavera potrebbe esserci una recrudescenza del virus – avverte Sileri -, anche se non così forte. Per evitarla, in teoria, dovremmo avere almeno 8 milioni di persone già vaccinate. La verità è che saranno ancora i nostri comportamenti a fare la differenza. L’arrivo dei vaccini sarà un momento importante, anche se io aspetto la validazione dell’Ema. L’Italia ha un diritto di prelazione sul 13,5% delle dosi acquistate dall’Europa, ma vaccinare un milione e mezzo di persone a gennaio, comunque, non sarà risolutivo. Penso che non servirà l’obbligatorietà del vaccino, se non per alcune categorie più esposte, come quella degli operatori sanitari. Non possiamo nemmeno permettere di far entrare ancora il virus nelle Rsa”.
Vaccino? Nessun obbligo. Vediamo come procede l’adesione alla campagna vaccinale in questi primi mesi. Dopo tutto quello che abbiamo passato, credo che ci sarà una corsa alla vaccinazione. Se arriveranno 20 milioni di dosi in 6 mesi, vorrà dire che potremo vaccinare 10 milioni di italiani, la metà, perché per ogni dose di vaccino va fatto un richiamo. Credo che solo a ottobre avremo dei numeri sufficientemente alti”.