L’edizione odierna de “La Stampa” si sofferma sullo scandalo scommesse che dopo Fagioli coinvolge Zaniolo e Tonali, ma non solo.
Tardo pomeriggio di ieri. È già sceso il buio a Coverciano quando i poliziotti della Squadra Mobile di Torino e i colleghi della Digos di Firenze varcano i cancelli del ritiro azzurro. Hanno in mano una delega del pm di Torino Manuela Pedrotta. Puntano ai calciatori Sandro Tonali e Niccolò Zaniolo che hanno da poco terminato l’allenamento. E tocca al capo delegazione della nazionale Gianluigi Buffon accompagnarli dagli agenti. Gli consegnano atti di indagine che sono poi avvisi di garanzia. L’inchiesta della procura piemontese su scommesse effettuate su piattaforme illegali che vedeva già indagato il giovane tesserato della Juventus Nicolò Fagioli si allarga. A Tonali ex bandiera del Milan oggi in forza al Newcastle e a Zaniolo, ex enfant prodige della Roma ora tesserato dell’Aston Villa sono stati sequestrati i dispositivi informatici: telefonini e tablet. La “fretta” di rintracciare Tonali e Zaniolo nasce poche ore prima. Il fotografo Fabrizio Corona, che aveva anticipato in parte la notizia su Fagioli, annuncia sul suo canale Telegram e sul suo sito DillingerNews che nel pomeriggio (sempre di ieri) avrebbe fatto i nomi di altri due calciatori «che scommettono». Parla dei due campioni della nazionale agli ordini del nuovo ct Luciano Spalletti. La Mobile di Torino si precipita a Milano. Dalle 16.30 l’ex re dei paparazzi viene sentito dagli inquirenti negli uffici dei colleghi meneghini. Vogliono capire quale sia la fonte delle informazioni diffuse da Corona, da poco tornato libero, e se ci siano profili di violazioni di informazioni coperte segreto da parte di qualcuno che potrebbe aver favorito una fuga di notizie sull’inchiesta torinese.
Entra come persona informata sui fatti e in questa veste esce. Non è indagato. Resta un’ora negli uffici della Questura milanese. All’uscita – e a favore di telecamere – è sibillino: «Non posso dire nulla». Ma «è molto ben informato» filtra da fonti investigative. E si capisce due ore dopo e 300 km più a sud, in Toscana. Accertamenti sono in corso sull’eventualità che i due calciatori abbiano scommesso in passato anche sulle squadre in cui militavano fatto che sarebbe ancora più grave nell’ottica della giustizia sportiva. Per la fonte di Corona è certo: «Zaniolo lo ha fatto quando era in panchina in Coppa Italia». Gli investigatori scavano. Da mesi ormai hanno acceso un faro su un giro di scommesse su piattaforme online. Ovvero senza licenza. Dove si punta su tutto, anche su ogni tipo di sport. Hanno scandagliato gli accessi, incrociato dati e transazioni, analizzato nomi e nickname. Individuati, oltre al gruppo accusato di gestire le piattaforme, anche gli utenti. Ed è saltato fuori il nome di Fagioli. Come si arriva a Tonali e Zaniolo? È stato il calciatore della Juventus – che si è autodenunciato alla Figc – a tirarli in ballo? Si vedrà. Certo, l’inchiesta pare – ragionevolmente – più ampia. I personaggi coinvolti dietro la piattaforma priva di licenza potrebbero condurre anche alla criminalità organizzata. Per i calciatori, il reato contestato è relativo nella sua gravità: quasi sempre si risolve con un’oblazione e quindi una multa. Ma è il futuro sportivo che disegna i rischi peggiori.