Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, ha rilasciato alcune dichiarazioni a “La Stampa”:
«Non ci rendiamo conto che la nostra incapacità di trovare soluzioni al problema della scuola sta aiutando a costruire una generazione di ragazzi fragili ed insicuri. Il diritto alla scuola dovrebbe essere un imperativo nel nostro Paese ma constatiamo ancora ritardi nell’organizzazione dei trasporti, nello scaglionamento degli orari oltre che nelle verifiche sanitarie».
«Se dipendesse da me avrei riaperto le scuole da tempo, e oggi non posso che essere solidale con i ragazzi, fanno bene a protestare. Vorrei poter scendere anch’io in piazza con loro, convinto come sono che la didattica a distanza sia un eccellente strumento pedagogico, molto utile in situazioni di emergenza, ma non può essere l’escamotage, la scorciatoia alla nostra evidente incapacità di riorganizzare un percorso scolastico tradizionale compatibile con l’epidemia in corso”, quindi “posticipare la riapertura dei licei di un altro mese deve prevedere l’impegno serio e strutturato di tutto il sistema».
«Mi auguro – conclude Miozzo – che i prefetti sapranno dare quel necessario stimolo e una decisa accelerazione al processo di coordinamento delle istituzioni per trovare soluzioni. Vergognoso che nel frattempo si inaugurino centri commerciali come quello ultimo di Roma, perché “non si può fare a meno di pensare che non ci sia ancora piena consapevolezza del dramma che l’intero Paese sta vivendo».