La Stampa: “Italia, la stretta in arrivo. I tre piani del Governo”

Le varianti di Coronavirus continuano a spaventare l’Italia, giorno dopo giorno ci sono sempre più contagi. Adesso il nuovo governo Draghi potrebbe ricorrere a nuove misure restrittive. L’edizione odierna di “La Stampa” fa il punto della situazione.

Italia arancione in settimana Divieti nel weekend

Il piano A sul quale oggi le Regioni cercheranno di trovare un’intesa prevede di sospendere da subito il sistema a semaforo, che fino a oggi ha regolato aperture e chiusure last minute. «Impedendo di programmare le attività economiche», ha detto Bonaccini, che rappresenta anche gli altri governatori. Senza aspettare di varare la stretta quando i buoi sono già scappati dalla stalla l’idea è quella di proclamare tutta Italia arancione dal lunedì al venerdì. Giorni durante i quali oltre ai divieti che da mesi limitano i nostri movimenti, restano serrati cinema, teatri e palestre, chiudono tutto il giorno anche bar, ristoranti, pub, pasticcerie gelaterie, ritenuti ad alto rischio di contagio.

Rimarrebbe la possibilità di asportare cibi e bevande, ma solo fino alle 18, per impedire gli happy hour che spesso si prolungano fino a notte. Nei weekend l’idea è di rafforzare la stretta. Però i governatori i negozi non vogliono chiuderli. Per evitare gli assembramenti visti negli ultimi fine settimana oltre ai centri commerciali chiuderebbero anche i grandi punti vendita (tipo Ikea) dove le persone finiscono per ammassarsi. Poi niente mercati e mercatini, che in molte regioni hanno invece ripreso a far affollare piazze e vie delle città. Ma anche disposizioni chiare a sindaci e prefetti per chiudere, anche preventivamente, vie della movida, ville e parchi. Dove l’arrivo della bella stagione potrebbe rendere arduo il rispetto delle norme di distanziamento.

Il modello Natale sabato e domenica scatta il lockdown

Anche se per settimane l’epidemia ha viaggiato sul plateau il governo, o almeno la sua ala più rigorista, ci sta pensando da qualche giorno: riproporre per qualche settimana il meccanismo di chiusure sperimentato con successo durante le festività natalizie. Ossia nei feriali tutta l’Italia in arancione e fine settimana in rosso lockdown. Quindi dal lunedì al venerdì ristoranti e bar chiusi tutto il giorno.
Ferma restando la possibilità di asporto fino alle 18 e il delivery senza restrizioni. Ma anche musei e mostre chiusi di nuovo (nei fine settimane lo erano già), spostamenti vietati anche da un Comune all’altro, salvo motivi di stretta necessità, come studio, lavoro e salute.

Unica eccezione per chi vive nei centri con meno di 5 mila abitanti, che potrebbe spostarsi fino a 30 chilometri dai confini regionali, ma non per raggiungere capoluoghi di provincia o di regione. Poi nei festivi e prefestivi tutti chiusi in casa, in qualsiasi orario. Le uniche uscite consentite sono quelle per lavoro, motivi di salute o impellenti necessità. Come portare assistenza a un parente o un amico solo.
Nei weekend anche i negozi restano chiusi tutto il giorno, salvo quelli di prima necessità, come alimentari, farmacie e parafarmacie, edicole, tabaccai, ferramenta, ottici, parrucchieri e barbieri. Tutti posti nei quali si può andare ma muniti di autocertificazione. Sospese tutte le attività sportive è consentito solo fare attività motoria vicino casa o nei parchi, ma da soli. Un modo di prendere alla lettera la quaresima appena iniziata.

Tre settimane di stop alle scuole per i più piccoli

Riportare i ragazzi a scuola è tra gli impegni sottolineati in rosso nelle prime pagine dell’agenda di Draghi. Ma c’è un bel problema: le varianti si stanno diffondendo a macchia d’olio nel Paese e sembrano contagiare con più facilità i più piccoli. Che magari non si ammalano, ma proprio perché senza sintomi possono contagiare più facilmente gli adulti, tra i quali il virus inglese, brasiliano o sudafricano che sia fa più male. E neanche a dire che si può risolvere il problema con il vaccino, perché nessun antidoto può essere somministrato ai minori di 18 anni, visto che tra bam bini e ragazzi non è mai stato sperimentato. Per questo il governo, per ora chiuso nei cassetti, ha anche un “Piano C”: va bene fare tutta l’Italia arancione nei feriali e rossa nei weekend, ma se non dovesse bastare si dovranno chiudere per due, tre settimane materne, asili ed elementari. Una decisione che nessuno vuol prendere subito, ma che diventerebbe la prima opzione se il piano più light delle regioni o quello modello stretta natalizia dello stesso governo non dovessero funzionare.
Ovviamente la chiusura delle scuole inferiori si sommerebbe a quelle previste nei giorni in arancione e nei pre-festivi in lockdown. Il provvedimento metterebbe però in crisi molte famiglie. Soprattutto quelle dove anche le mamme lavorano. Magari in presenza. Ma al ministero della Salute stanno studiando il modello umbro, dove il problema lo hanno risolto elargendo a piene mani bonus baby sitter alle famiglie con figli piccoli.

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Redazione Ilovepalermocalcio