La sfida inaspettata. Palermo, esame Feralpisalò: Brunori in vena di…Miracoli

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla gara di oggi tra Palermo e Feralpisalò.

Miracoli di nome, ma anche di fatto. Tra Feralpisalò e Palermo qualcosa di metafisico c’è. Se si pensa che le semifinali playoff per la formazione bresciana sono il punto più alto della propria storia (anche se nel 2019 le ha raggiunte ma con un format diverso) e che ad averla portata fin qui è stato proprio Luca Miracoli con la doppietta alla Reggiana, si trova già un indizio. Se si guarda, poi, il Palermo ci si accorge che ha in Matteo Brunori il suo “uomo dei miracoli”, perché 26 gol in una stagione non capitano tutti gli anni e allora si spiega come i rosanero, dopo un campionato altalenante, siano arrivati a giocarsi la Serie B. L’italo-brasiliano, che nel girone di ritorno ha messo 18 volte la sua firma sul cammino dei rosanero, è stato anche, per un momento, l’attaccante più prolifico in Europa nei principali campionati professionistici.

Che coppie Sarà, quindi, la sfida degli attaccanti, tra il capocannoniere di tutta la C e chi in coppia ha segnato quanto lui, perché oltre a Miracoli c’è anche Guerra, uno che di promozioni in B se ne intende (Spezia e Vicenza) e che a Salò ha già dei trascorsi, con 14 gol all’attivo, quanto il suo compagno e distribuiti allo stesso modo: 12 in campionato e 2 ai playoff. Qui, il bomber rosanero è un passo indietro perché agli spareggi è andato a segno soltanto un volta, su rigore. Anche lui, però, ha un fido alter ego, Soleri, con 11 gol realizzati tutti entrando dalla panchina, che proprio sabato ha frantumato i sogni di gloria dell’Entella. Gli ingredienti per un match scoppiettante non mancano: il blasone di una nobile contro l’outsider che non ti aspetti, anche se la Feralpisalò ci ha preso gusto al ruolo di ammazza grandi. La scorsa stagione ha fatto fuori il Bari al primo turno nazionale e quest’anno si è ripetuta prima con il Pescara e poi con la Reggiana. La voglia d’impresa degli uomini di Vecchi contro un destino che per Baldini vive di congiunzioni astrali, perché il suo ritorno sulla panchina del Palermo a distanza di 18 anni dalla storica promozione in A quando lui iniziò, e Guidolin perfezionò, non può essere casuale.