Ieri sera sono arrivate, a sorpresa, le dimissioni di Tony Di Piazza dal ruolo di Vicepresidente della società rosanero. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Ma cosa ha spinto Di Piazza a prendere tale decisione? Qualche contrasto a dire il vero si era iniziato a percepire già durante la stagione, dove Di Piazza con qualche esternazione faceva capire di sentirsi poco considerato circa le decisioni presenti e future del Palermo. Qualche suo post su Facebook forse contribuiva a tenere vivo e acceso il contrasto con il principale avversario dei rosanero, ovvero il Savoia. Esternazioni queste, non in linea con il modus operandi di Mirri e Sagramola, votati maggiormente al silenzio, lasciando parlare i risultati sul campo. Un altro “fraintendimento” può essere dovuto a chi abbia scovato e segnalato alla società il giovane Felici.
Per Di Piazza è stato Paparesta, mentre per Sagramola è stato l’allenatore del Lecce Fabio Liverani a segnalarlo e “regalarlo” al Palermo e ai suoi tifosi. Le dimissioni sono state accettate e ratificate dal Cda riunitosi ieri (CLICCA QUI). Poco dopo questo comunicato, Di Piazza ha fatto sapere le ragioni di questa scelta, attraverso un lungo post sulla sua pagina Facebook. Nel post (CLICCA QUI) si legge: “Ho purtroppo compreso che probabilmente la mia passione per il calcio ed in particolare, l’ambizione per un GRANDE PALERMO, non può convivere con una mentalità imprenditoriale completamente diversa da quella che mi ha accompagnato nel mio percorso professionale negli Stati Uniti”. Seguito anche da un post sull’allenatore Rosario Pergolizzi (cancellato dopo pochi minuti), contenente una precisazione circa la non condivisione delle modalità con il quale non è stato riconfermato sulla panchina del Palermo.
Sono chiare quindi le diverse visioni societarie, tra Di Piazza e Mirri. Un sodalizio dunque, durato meno di un anno. Inoltre, dal suo post, emerge la scelta dell’italo-americano di cedere le proprie quote societarie, pari al 40 %: “Con grande rammarico, intendo comunicare la mia volontà di valutare possibili interlocutori interessati a rilevare seriamente e consapevolmente la mia partecipazione”. Uno scossone societario di cui certamente i tifosi rosanero non sentivano la mancanza, facendo riemergere il fallimento dello scorso 24 giugno con la firma di Tuttolomondo. Da sottolineare il fatto che la società rimane saldamente nelle mani della Damir S.r.l facente capo a Daniele Mirri (50% delle quote) e di Dario Mirri (10%). Di Piazza, dunque, è alla ricerca di interlocutori seri, pronti a rilevare la sua partecipazione. L’attenzione della dirigenza si concentra, nell’attesa dell’ufficialità da parte della FIGC, nel costruire una rosa competitiva per la Serie C, con un nuovo allenatore al timone, in grado di permettere un rapido, seppur difficile, ritorno nella categoria cadetta, mettendo così un altro importante tassello alla rinascita rosanero.