L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla rivoluzione in casa Palermo che ha regalato a mister Corini gli uomini giusti per il suo 4-3-3.
Alla fine, nella rivoluzione di due settimane di agosto che ha cambiato il volto del Palermo, del vecchia squadra di Baldini, l’unico titolare certo è Matteo Brunori, candidato anche al ruolo di capitano. Con gli arrivi di un calcio mercato esplosivo (e non ancora terminato) Eugenio Corini ha già le risorse per schierare il suo 4-3-3 o il 4-3-1-2 alternativo, cioè un modulo con un centrocampo da tre interpreti forte, stabile, con palleggio e inserimenti. Dove al momento le gerarchie indicano Leo Stulac, al centro in cabina di regia, il nuovo arrivato Jacopo Segre e la rivelazione Jeremie Broh come mezzali.
Sono proprio loro tre che potrebbero scendere in campo contro L’Ascoli sabato sera, in una formazione con Pigliacelli tra i pali, Nedelcearu e Bettella come centrali, Buttaro terzino destro e Marco Sala (se avrà smaltito al 100 per cento l’infortunio muscolare contro il Perugia), sulla sinistra.
Poi, appunto il terzetto Stulac-Segre-Broh in mediana e in attacco l’esordio di Francesco Di Mariano a sinistra, Elia sulla destra e Brunori in avanti. In questo undici titolare gli unici due “sopravvissuti” del vecchio Palermo sarebbero quindi Buttaro e Brunori. Ma se il bomber italo-brasiliano è il punto fermo dell’attacco e con questa formazione potrebbe avere la fascia di capitano, non è per nulla scontato che Buttaro, che comunque ha avuto un impatto positivo con il suo primo campionato cadetto, figurerà sempre tra i titolari.
A maggior ragione con l’arrivo in rosa di Ales Mateju, terzino destro esperto ex Brescia e Venezia e nazionale ceco, che è un fedelissimo di Corini e un jolly di difesa, ma laterale destro naturale. La squalifica di Ivan Marconi per il rosso rimediato contro il Bari risolve i dubbi in difesa almeno per il match di sabato, quando dovrebbe esordire il neo-acquisto Davide Bettella. Nelle gerarchie di un reparto affollatissimo – con ben 14 giocatori – il punto fermo è il rumeno Ionut Nedelcearu e non è per nulla scontato che, al rientro, Marconi sia il titolare, sebbene sia un centrale di piede mancino. Un’altra pedina utile e da scoprire è il serbo Devetak, ancora fermo ai box per un infortunio muscolare. L’ex giocatore del Vojvodina, è un terzino sinistro e il cambio naturale di Sala, ma anche adattabile al centro.
In mezzo al campo, il reparto che ancora va completato con due innesti, l’esplosione di Broh, in condizione fisica straripante, ha un po’ mischiato le carte. Con l’arrivo di Dario Saric, il terzetto titolare potenziale sarebbe composto da Stulac e Segre e lo stesso centrocampista bosniaco, ma al momento è difficile ipotizzare di tenere in panchina Broh. In ogni caso, Damiani, è scivolato un passo indietro ed è il cambio naturale di Stulac come regista. Nelle ultime ore si è fatto largo il nome del nazionale guineano José Machin, sull’asse caldissimo con il Monza e Galliani. Un profilo di primissimo piano, che sembra più un’alternativa a Saric, che il sesto uomo a centrocampo.
Sono cambiate le gerarchie anche in attacco. A scompaginarle è stato l’arrivo di Di Mariano, che nel tridente di Corini è l’attaccante esterno che parte da sinistra per fornire assist e dialogare con Brunori e per cercare la rete. Dall’altra parte, al momento, il posto fisso se lo tiene Elia, già in gol all’esordio e vicino alla seconda rete contro il Bari. Con questo assetto le tre pedine del Palermo dell’anno scorso, cioè Valente, Floriano e Soleri, rischiano di scivolare in panchina. Ma solo virtualmente.
Perché nel calcio delle cinque sostituzioni, le staffette si fanno prevalentemente nel pacchetto offensivo. Valente, in gol a Bari, può essere impiegato sia a destra che a sinistra e partire spesso titolare. Floriano, come ha ribadito lo stesso Corini più volte, è l’elemento in squadra in grado di dare qualità e imprevedibilità sulla trequarti alle spalle della punta.
Ed è una delle opzioni, in caso di 4-3-1-2 con il rombo. Soleri, frenato sin qui dalla botta al polpaccio in allenamento, è l’alternativa a Brunori come punta, ma ha dimostrato con i suoi 12 gol da subentrante in serie C di essere un potenziale “spacca-partite” anche nel nuovo ruolo di attaccante esterno. E poi c’è Stoppa, giovane, rapido e duttile, che può ricoprire tutti i settori della trequarti offensiva. Ma non è un mistero che potrebbe arrivare dal mercato un altro giocatore, una punta, magari con esperienza nella serie cadetta, per fare il vice di Brunori. In ogni caso Corini, adesso, ha una macchina nuova con tante marce in più.