La Repubblica: “Sampdoria, Lanna: «Siamo salvi! Impresa più ardua dello scudetto»”

Photo LiveMedia/Danilo Vigo Genova, Italy, February 19, 2022, italian soccer Serie A match UC Sampdoria vs Empoli FC Image shows: Marco Lanna President of UC Sampdoria LiveMedia - World Copyright

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla Sampdoria riportando una lunga intervista a Marco Lanna, presidente dei doriani.

Ecco le sue parole:

«Quanto abbiamo rischiato? Tantissimo. Per questo il sollievo è così grande, la felicità incontenibile. Inutile girarci intorno: siamo stati a un centimetro dal portare i libri in tribunale. E sarebbe stato un disastro epocale. Più ardua dello scudetto. Là c’era un presidente meraviglioso come Paolo Mantovani, un allenatore straordinario, a cui io per esempio devo tutto, come Boskov, una squadra forte, con giocatori immensi, sarebbero da citare tutti, me ne consenta uno solo, l’eterno Gianluca Vialli. Là c’era la storia in campo, pronta a fare la storia sul campo, con un trionfo che non sarà mai dimenticato. Qui invece c’erano uomini spesso soli, con la loro tenacia, ma pure con le loro fragilità, immersi in una situazione allo sbando, pericolosissima. Si fa presto a dire, la Sampdoria è un patrimonio di Genova, non può sparire, io stesso lo ho affermato tante volte, ma se poi accade? Se non arrivano persone come Manfredi e Radrizzani che credono in questo club, nella sua storia, nei colori, nella maglia, ma soprattutto, me lo lasci dire, nei suoi tifosi, eccezionali come entusiasmo, capaci di essere sempre in più di 20 mila allo stadio, a vedere, a incitare, a cercare di spingere una squadra che non vinceva mai? Io ho avuto tanta paura ed è il motivo per cui ora non ce la faccio a smettere di gioire. E le dico che sono tantissime le persone da ringraziare, se tutto è finito bene».

 «I tifosi, l’ho già detto. La Sud. Ma pure la Nord, tutti i settori dello stadio. I dipendenti, gente che per mesi non ha preso un euro e non ha saltato un giorno di ufficio. I fornitori. Molti erano anche tifosi, ma cosa c’entra? Ci hanno dato una grossa mano. Senza le loro rinunce, il castello sarebbe crollato. Citi anche i consulenti, legali, fiscali. Chiudevano la luce della sede all’una di notte e alle sette e mezza del giorno dopo erano di nuovo lì. E poi il Cda, tutto, nessuno escluso, anche io d’accordo, ma Bosco, Panconi, Romei, in ordine alfabetico, senza fare torto a nessuno. Ce l’abbiamo messa tutta, a volte tremando, ma sempre com tenacia ed entusiasmo. Lo ammetto, sa quante volte ci guardavamo e dicevamo: e se salta tutto per aria? Ricordo marzo, mese durissimo. Ma non ci siamo mai arresi, mai un passo indietro o di lato. E la Samp è ancora viva. Uno che ha vinto lo scudetto, non può mai sottrarsi. C’era bisogno, ho subito detto presente. Ma rispetto a questo salvataggio quello era un bicchiere d’acqua da bere».

 «Non mi piace, non me ne attribuisco mai. Si era persa un po’ di sampdorianità, io forse l’ho riportata, ricostruendo un ponte fra la società e la tifoseria, fra la città e la squadra. Questo sì, posso dirlo, come sono felice di aver riportato alla luce certi valori che ci ha insegnato Paolo Mantovani, un faro per me, e che rappresentano la strada maestra anche per il futuro, una cosa da cui la nuova proprietà, mi permetto di suggerirlo, non potrà prescindere. La Sampdoria deve vivere nello spirito di Paolo Mantovani e nell’inconfondibile stile che lui ha creato. CDA del futuro? Manfredi e Radrizzani, loro decideranno. Hanno tutto il diritto di farlo, senza condizionamenti. Vanno aiutati, se hanno bisogno noi del Cda siamo pronti a dare suggerimenti, ma le strategie sono compito loro, ogni loro decisione, almeno da parte mia, sarà accettata con serenità. Intanto come Cda siamo stati riconfermati sino al 31 dicembre e non è poco. Cerchiamo di far fruttare al massimo questi sei mesi, poi si vedrà. C’era paura, ora solo sereno».