L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla doppia sfida in finale tra Palermo e Padova, iniziando dal match di andata in programma domenica 5.
Uno dei messaggi forti di Baldini che hanno in qualche modo trascinato il Palermo è quello relativo al «percorso che è più importante del risultato». E in effetti uno dei punti di forza dei rosa lanciati verso la finale è proprio la crescita globale di squadra maturata in questi mesi. Un “percorso” di consapevolezza dei propri mezzi, di evoluzione tattica e individuale che alla fine ha prodotto anche i risultati, oggi sotto gli occhi di tutti. Tre mesi e 15 partite di fila senza sconfitte, 22 partite consecutive sempre in gol e sempre con almeno uno degli attaccanti. Se andiamo a studiare nel dettaglio della stagione c’è di più, tanto da scoprire che non solo la finale è meritatissima perché il Palermo l’ha conquistata superando ostacoli e rivali diversi e che, nelle occasioni che contano, in particolare nei confronti diretti, non ha mai sbagliato.
Ad oggi è imbattuto nelle sfide con tutte le big del proprio girone e nei play off ha eliminato in tre turni, tre avversarie provenienti dagli altri raggruppamenti, Triestina e Feralpi Salò, rispettivamente quinta e terza nel girone A, e la Virtus Entella, giunta quarta nel girone B. E’ vero che ora gli toccherà lo scoglio più duro in assoluto, il Padova che ha fatto 85 punti nella stagione regolare, ma finora i rosanero negli scontri “secchi” hanno dimostrato di saper azzerare le differenze. La solidità del Palermo si è manifestata piano piano: la squadra ha acciuffato il terzo posto nel girone meridionale dopo essere precipitata anche al 7° all’inizio dell’era Baldini (dopo il 2-2 interno col Messina). Fino a fine marzo galleggiava in una posizione che l’avrebbe costretto a partire dal 1º turno nei play off. Poi è arrivata la scossa e dopo il faticoso pari di Pagani, per i rosa 8 vittorie e due pareggi, segnando 24 volte in 10 gare.
GRANDI. Il Palermo non ha perso contro nessuna delle “grandi” o pretese pari grado: col Bari dominatore del campionato ha fatto 4 punti, vincendo pure al San Nicola; stesso ruolino con l’Avellino (1-1 in casa, poi successo 2-1 al Partenio); col Catanzaro che ha messo alle corde il Padova ha chiuso con due 0-0; il Monopoli l’ha battuto 3 volte su 3 considerando pure la Coppa Italia. E quando si è dovuto confrontare con avversarie meno conosciute che emergevano da gironi dove si gioca un calcio differente, ha ugualmente imposto la propria legge: vittorie esterne a Trieste, Chiavari con l’Entella e Salò, poi confermate, sia pure con qualche ansia, dai ritorni al Barbera.