L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle impostazioni di gioco del Palermo che sono cambiate per via dei brutti risultati.
In crisi di risultati e in crisi anche di idee. Il Palermo di Terni ha “Abiurato”, senza ottenere risultati. Non è il primo dietrofront fatto da Corini, che già nella precedente partita aveva rispolverato il 4-2-3-1, salvo poi cambiare sistema già al 45’ con l’ingresso di una seconda punta. Contro la Ternana, invece, i rosa hanno messo da parte l’impostazione dal basso, affidandosi sempre più ai lanci lunghi, salvo qualche sporadica occasionale in cui la squadra ha preso coraggio e ha deciso da tornare alle origini. Questione di paura o di adattamento gli avversari? Il dubbio è che concorrano entrambe le cose, se si pensa a come è maturata la sconfitta col Südtirol, proprio per un errore di impostazione passano dal portiere.
Nel primo quarto d’ora del Libero Liberati, solo per tre volte il Palermo ha cercato di far girare palla nella propria metà campo, nel tentativo di liberare Stulac, alle prese con la pressione di Coulibaly e Donnarumma. L’elenco di palloni lanciati in avanti, però, è lungo. E parte dalla prima palla toccata da Pigliacelli, il rinvio dal fondo dopo il colpo di testa di Capuano al secondo minuto, terminato di poco a lato. Da lì, subito rilancio verso Brunori, un’anticipazione di quello che sarà il leit-motiv dell’intera gara. Con una punta che di certo non è abituata alle sportellate con i centrali avversari gli esiti non sono stati certo inaspettati. Stessa cosa quando dalle retrovie i lanci erano diretti a Di Mariano o Elia. Nel primo tempo, se ne contano 17 di palloni mandati in avanti, a fronte di sole 8 situazioni in cui la difesa ha cercato di impostare palla a terra, cercando una soluzione sui piedi di Stulac.