La panchina lunga degli scommettitori. La Squadra mobile ha in mano altri nomi di calciatori di serie A. Le ultime
L’edizione odierna de “Il Corriere della Sera” si sofferma sullo scandalo scommesse e i nomi di molti calciatori coinvolti.
Tutte le inchieste che scoperchiano un giro di scommesse clandestine, come quella della Procura di Torino, si portano dietro pure storie di puntate da film e, in certi casi, di debiti, grossi: per dire, in un periodo di pochi mesi, Nicolò Fagioli avrebbe fatto scommesse per oltre un milione di euro, su diverse piattaforme online. Anche su partite di calcio. Ma sono diversi, e tutti con i server all’estero, i portali digitali usati da diversi giocatori — oltre una decina — tra i quali, detto del centrocampista juventino, Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali, indagati da giovedì sera, come Fagioli. Ai tre viene contestato l’articolo 4 della legge sull’esercizio abusivo di scommesse (la 401 del 1989), al comma 3: dove viene punito chiunque «partecipa a concorsi, giochi o scommesse» illegali, condotta sanzionata con l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda. Capitava, ad alcuni, anche di scommettere con «aperture di credito», vista la disponibilità finanziaria dei soggetti coinvolti.
Morale: nell’ambito dell’indagine della Squadra mobile, coordinata dal pubblico ministero Manuela Pedrotta, sono saltati fuori anche diversi altri nomi di calciatori (di altri club di A), sospetti scommettitori, ma non risultano iscritti sul registro degli indagati. E ora, l’impressione è che gli inquirenti della Procura — diretta dal vicario Enrica Gabetta — prima di sentire Zaniolo e Tonali, vogliano esaminare il contenuto di smartphone e tablet, per il quale ci vorrà almeno qualche giorno. In fondo, è dal cellulare di Fagioli che si è arrivati agli altri. Di certo, gli investigatori non hanno fretta, pure perché l’inchiesta mirava — e mira — a scoprire i personaggi che gestiscono il giro di scommesse e che si celano dietro le piattaforme online.
Sarà un lavoro lungo, se il fascicolo ha un numero di registro che risale al 2022, quando gli agenti della sezione criminalità organizzata incrociarono questo «filone», tra puntate e pallone. Dal loro punto di vista, il clamore mediatico per il coinvolgimento dei calciatori professionisti non è direttamente proporzionale all’importanza investigativa, orientata verso quelli che sembrano profili criminali di un certo rilievo: un po’ come tenere gli occhi sul dito dimenticandosi della luna.