La nuova vita dell’ex rosa Hiljemark, oggi allena l’Elfsborg: «Già al Palermo parlavo di tattica con Gilardino e Maresca»

Oscar Hiljemark, a soli 32 anni, sta già guidando una squadra in Europa League, una sfida che affronta con grande passione e determinazione. Parlando con Gianlucadimarzio.com, l’ex centrocampista del Palermo e del Genoa si racconta apertamente, alternando battute in italiano e inglese, rivelando la sua filosofia di gioco, il ruolo di leadership e la vita da allenatore.

La transizione dal campo alla panchina

«Ritirarsi non è stato semplice», confessa Hiljemark. Nel 2019, dopo aver lasciato l’Italia e giocato in Russia, un infortunio all’anca ha segnato la fine della sua carriera da giocatore: «Dopo nove mesi di riabilitazione non riuscivo nemmeno a camminare. Ho deciso in fretta: è la fine, smetto». Tuttavia, proprio in quel momento di crisi, è arrivata la svolta: «Il club mi ha chiesto di entrare nello staff tecnico e allenare. È stata una benedizione, la miglior scelta della mia carriera».

Da quel momento, la sua carriera come allenatore è decollata. Dopo un’esperienza all’Aalborg, dove ha portato la squadra alla promozione in Superligaen, Hiljemark è tornato all’Elfsborg, il club dove aveva iniziato a giocare. Da lì, è iniziata una nuova avventura: «In estate sono tornato a casa e abbiamo giocato venti partite, perdendone solo due».

La leadership e l’età non sono un ostacolo

Nonostante la sua giovane età, Hiljemark non vede l’età come un problema, anche se è più giovane di cinque giocatori della sua rosa: «L’età non mi interessa, è solo un numero. La sfrutto a mio vantaggio, dando voce ai miei giocatori». Per lui, la leadership è fatta di onestà, conoscenza e carisma.

«Il calcio non è un lavoro, è uno stile di vita», afferma, confessando che spesso si trova a riflettere sulle tattiche anche nei momenti più inaspettati, come in palestra o a letto, prima di dormire. Il suo obiettivo è essere un esempio per i suoi giocatori, proprio come lo sono stati i suoi maestri, tra cui Juric, Ballardini, De Zerbi e Prandelli.

Il piano per battere la Roma

Ora Hiljemark si prepara a un’importante sfida in Europa League contro la Roma di Ivan Juric, il suo ex allenatore al Genoa. «Ci proveremo», afferma con determinazione, consapevole della differenza di livello tra le due squadre. La sua strategia? Solidità difensiva e esplosività in attacco. «Con loro, chi vince il duello ha la superiorità. Speriamo di avere alcuni secondi per uscire dai blocchi e creare occasioni da gol».

Il 3-4-3 sarà la chiave della partita, un modulo condiviso da entrambe le squadre, ma con una differenza fondamentale: «Loro puntano più sull’intensità, noi sulla concretezza». La sfida sarà intensa, ma Hiljemark è pronto a mettere in campo tutta la sua esperienza, sia come giocatore che come allenatore.

La seconda vita di Hiljemark

Dopo aver affrontato la dolorosa decisione di ritirarsi dal calcio giocato, Hiljemark ha trovato una nuova strada come allenatore, e questo nuovo percorso già si intreccia con il suo passato. «Non sono giorni facili, ma ho trovato la mia passione», conclude. Ora, a soli 32 anni, Oscar Hiljemark è pronto per nuove sfide, guidando la sua squadra in Europa e costruendo il suo futuro in panchina.

Il feeling da allenatore, in fondo, è da sempre dentro di lui. Era solo questione di tempo. «Già al Palermo parlavo di tattica con alcuni compagni». Chi? «Ad esempio Gilardino e Maresca». Non a caso, oggi sono colleghi. «Con Enzo siamo rimasti in contatto e abbiamo parlato anche quando era al City con Guardiola. Inoltre, anche da giocatore avevo un diario su cui appuntavo considerazioni sul gioco e sulla leadership». Nel suo personalissimo Zibaldone, Hiljemark ha raccolto idee di molti maestri – giocare nel Genoa di Preziosi e nel Palermo di Zamparini non può che aver aiutato a conoscerne tanti: «Juric ci ha trasmesso uno stile di gioco intenso, Ballardini era un campione nella lotta salvezza, Prandelli una grande guida e De Zerbi un giovane innovatore che costruiva dal basso e viveva il calcio con passione folle».