L’edizione odierna de “La Nuova Venezia” si sofferma sulle parole rilasciate ieri da Vanoli in conferenza stampa in vista della sfida di oggi che il Venezia giocherà a Palermo.
Chi fa sa se fa per tre. Per alla vigilia dell’ultimo scorcio di 2022 prima della sosta natalizia, Paolo Vanoli parla schietto e chiaro: tutto dipende da noi. Il destino del Venezia passa dal lavoro quotidiano, da come saprà reagire ai momenti negativi, da come saprà invertire la tendenza, da come saprà mettere in difficoltà gli avversari. E da una crescita, che il tecnico Paolo Vanoli vuole vedere già da oggi a Palermo. Campo ostico, impegnativo, caldo ma per salvarsi serviranno cuore, sacrificio e sudore, altrimenti non fai troppa strada. Nell’aereo che ha portato il gruppo in Sicilia, non c’erano Connolly, Cuisance, Haps (squalificato) e Maenpaa.
LA REALTÀ Da quando è arrivato a Venezia una ventina di giorni fa, Vanoli non si nasconde dietro a un dito e sta martellando sul tema della salvezza come obiettivo da raggiungere. «Abbiamo lavorato tanto e molto bene», spiega, «in queste due settimane. Mancava qualcosa a livello fisico e, con il rientro dei nazionali, ne abbiamo approfittato anche per intervenire sugli aspetti tecnico-tattici. Dovremmo essere bravi a uscire da questa situazione: tutto dipende da noi, dalla nostra volontà e da cosa fare del nostro futuro». Vanoli non nega di aver lavorato pure su alcuni aspetti fondamentali di una squadra che fatica ad andare in porta. «Il Venezia», osserva il tecnico, «è una squadra che deve capire cosa sono gli spazi e come attaccarli. Far correre indietro l’avversario, e io ne so qualcosa essendo stato difensore, diventa più difficile per gli altri, specie in un campionato difficile come questo. Non dobbiamo fare come contro la Reggina, ma dobbiamo capire i tempi e i modi della partita. Ci sono ancora 72 punti in palio, la quota salvezza è a 42 e Palermo è una tappa della nostra crescita, senza perdere lucidità e testa».
SPRINT FINALE Da qui a Santo Stefano, la Serie B scenderà in campo sei volte prima di chiudere il girone d’andata. Vanoli avrà molto da osservare. «Da qui a fine dicembre devo capire su chi mi devo fidare. Non si può andare nello sconforto, ci sono tanti punti a disposizione. Oggi voglio vedere un passo in avanti; Palermo è un campo infuocato e, a oggi, tranne il Perugia, tutte le squadre sono più forti di noi. Si deve guardare a tutti gli aspetti, da quello fisico al mentale e per salvarsi, la qualità spesso non basta. Arrivo dalla gavetta, a tutti i ragazzi dico le cose in faccia apertamente. Per togliere gli alibi. Ho imparato questo nella mia vita. Pensiamo solo pensare a lottare e lavorare».
PALERMO Da giorni si parla del clima del Barbera, non facile ma di sfide così, si vede la crescita collettiva. «I rosanero», aggiunge Vanoli, «cambiano sistema di gioco, hanno due giocatori come Brunori e Di Mariano e sono molto forti nelle ripartenze e dovremmo stare attenti. Sappiamo quale ambiente affronteremo e dovremmo essere molto bravi».
MAXI RECUPERI Inevitabile una battuta su quanto sta accandendo in Qatar, con partite finite dopo 100 minuti e oltre. E anche in Italia si profilano provvedimenti simili. «Con 8-9 minuti in più», conclude, «diventa un’altra partita».