La Nuova Venezia: “Un trittico di fuoco attende il Venezia. Vanoli: «Serviranno sempre testa e cuore»”

L’edizione odierna de “La Nuova Venezia” si sofferma sulla squadra di Vanoli che oggi riceverà al “Penzo” il Palermo.

Per il Venezia arriva un nuovo trittico di partite nel giro di una decina di giorni contro avversarie di grande livello. Lo dimostrano i quasi 5.000 spettatori in orario serale. Al Penzo c’è il Palermo, poi sabato (ore 14) la difficile trasferta contro l’imbattuto Modena e a chiudere la sfida in casa sabato 7 ottobre (ore 16.15) con il Parma. «Ci vorrà tanta testa e l’apporto di tutti i giocatori», sottolinea Vanoli, «come dimostrato a Cittadella dove tutti, sia titolari che subentrati, hanno fatto la differenza. Dovremo essere bravi a mettere da parte l’ego personale e capire che c’è bisogno di tutti quando si gioca ogni tre giorni».

«Ragiono sempre in base alla mia squadra, a come stanno e a quello che voglio fare. A Brescia ha giocato Cheryshev perché, secondo me, in quella posizione chiave può determinare la nostra fase offensiva, è quello che ha calciato, quello che ha messo l’ultimo passaggio. L’allenamento per me è importante e ho la fortuna di avere più titolari. Il bello di questa rosa è anche questo. Cheryshev mi ha sempre convinto, la problematica si è verificata l’anno scorso. A Brescia ha fatto giocate che capiscono in pochi e in Serie B non è facile amalgamare certe situazioni. Ho la massima fiducia in tutti».

I ragazzi di Vanoli in difesa hanno fatto netti passi avanti trovando grande solidità, mentre manca ancora qualcosa in avanti. «Stiamo ancora trovando la fluidità in quello che stiamo facendo, non siamo ancora quelli che l’anno scorso hanno trovato la chiave, siamo ancora nella fase della ricerca. Nel calcio quando hai una squadra che stai rifondando devi partire dalle basi. L’anno scorso si facevano tanti gol e ne prendevi però troppi. Dietro quest’anno fortunatamente sto vedendo un buon lavoro, i difensori sono affamati, quando non prendi gol, mal che vada finisce 0-0. Oggi posso dire che un pezzo è sistemato, adesso, dobbiamo lavorare per le opportunità che abbiamo in fase offensiva. Nei dati, dopo il Palermo, siamo la squadra che crea più di tutte e i dati sono oggettivi. Vero che ci manca un po’ di lucidità, un po’ di freschezza negli ultimi metri: sabato ci hanno ribattuto 12 tiri. Non era facile scardinare una difesa tignosa e a cinque come quella del Brescia. Johnsen ha ricevuto un filtrante sul dischetto e ha sbagliato lo stop rimandandola all’indietro. Sono i dettagli che poi in queste gare fanno la differenza. Talvolta non è un discorso legato a quanti giocatori si portano in area. Noi abbiamo fatto bene con squadra che ci hanno permesso di giocare a viso aperto, con il Como, la Sampdoria, lo Spezia, ora stiamo diventando credibili e in partite così va trovata una soluzione anche individuale. Bisogna creare qualcosa di diverso per vincere le partite difficili».

Nel finale di gara con il Brescia si è visto il tandem scandinavo (Pohjanpalo-Gytkjaer) contemporaneamente in campo. «Gytkjaer inizia a stare bene», spiega il tecnico, «voglio trovare più qualità offensiva, l’efficacia ce l’ho. Quello che dico a Johnsen, Pierini e ai centrocampisti. Se si guarda la loro storia hanno poche retinel curriculum: non si può sperare che faccia sempre gol Pohjanpalo. Voglio di più, ad esempio Pierini, con il Brescia, ha saltato poco l’uomo, è andato poco al tiro. Le capacità per determinare però le hanno. Altrimenti alla lunga cambio. Voglio di più e in tutte e due le fasi, saper correre e saper attaccare e loro le hanno, come i centrocampisti, Busio, Lella, Tessmann, Ellertsson, hanno capacità di inserimento, hanno gamba. Bisogna buttarsi verso l’area: noi siamo ancora nella fase in cui faccio solo ciò che mi dice il mister»