L’edizione odierna de “La Nuova Venezia” ha parlato della decisione del Venezia di rivolgersi al Tar del Lazio per sospendere i playout contro la Salernitana. Il club veneto punta a far sospendere la delibera della Lega di serie B, quindi rinviando la partita di andata all’Arechi e poi all’annullamento degli spareggi salvezza. Ecco un estratto dell’articolo: Joe Tacopina tuona dopo la decisione-scandalo della giustizia sportiva italiana. Decisione che al di là del salvataggio del Palermo costringe il Venezia, dichiarato salvo da una comunicazione ufficiale della Figc lo scorso 13 maggio, a giocarsi l’intera stagione nei playout, contro la Salernitana, fissati per mercoledì 5 e domenica 9 giugno. Intanto, però il Venezia presenterà stamattina stessa un ricorso al Tar per bloccare la decisione di giocare i playout. Notizia confermata nell’incontro che si è svolto ieri nella sede del club, mentre i tifosi, nella notte, hanno appeso striscioni invitando a non giocare. arancioneroverde. E proprio pochi minuti prima dell’incontro al quale hanno partecipato il direttore generale Dante Scibilia, l’allenatore Cosmi e il giocatore Bruscagin, è arrivato il messaggio da New York. messaggio da new york«Quello che sta succedendo è inaccettabile. Credo che qualsiasi persona sana di mente non possa accettare la situazione che ci troviamo a vivere in questi giorni», l’attacco senza mezzi termini di Tacopina, «sono spiazzato, non so cosa dire ai miei partner, ai nostri tifosi, alla città di Venezia, come si può spiegare questa follia?». E a questo punto Tacopina riavvolge il nastro degli ultimi venti giorni: dalla vittoria sul campo di Carpi con la conquista del pass per i playout alla condanna del Palermo da parte del Tribunale Federale all’ultimo posto in classifica e quindi alla retrocessione in serie C, sentenza immediatamente esecutiva a seguito della quale la Lega di B ha disposto, con delibera del consiglio di lega, la sospensione dei playout e il via ai playoff, cristallizzando la classifica finale e individuando di conseguenza le quattro squadre retrocesse: Padova, Carpi, Foggia e Palermo. E via via gli altri passaggi, fino alla trasformazione della sanzione al Palermo in una penalizzazione di 20 punti, un premio-salvezza, con la conseguenza di “riaprire” i playout e mandare in campo Venezia e Salernitana già il 5 giugno. «Il Venezia tramite i propri legali impugna la decisione del presidente Balata (Lega B) e continuerà a impugnare qualsiasi provvedimento per tutelare se stessa, i propri giocatori e i propri tifosi», riprende Tacopina, «agiremo con tutti i nostri mezzi e le nostre forze per far valere i nostri diritti in tutte le opportune sedi, questa è una promessa che faccio ai nostri tifosi che hanno dimostrato sempre estrema correttezza ma che ora invito a far sentire anche la propria voce. L’aspetto più preoccupante però che emerge da tutta questa vicenda è che chi non rispetta le regole alla fine in un modo o nell’altro la fa franca. Se il Palermo mercoledì sera fosse stato assolto da tutte le accuse, non avremmo potuto dire niente, ma così non è stato. I giudici lo hanno ritenuto colpevole riducendone però in maniera drastica la pena. Il messaggio che viene lanciato è grave. Perché d’ora in avanti tutte le società si sentiranno autorizzate a commettere illeciti, a falsificare bilanci, a retribuire giocatori in nero falsando i valori dei campionati stessi, tanto nella peggiore delle ipotesi verranno penalizzate ma conserveranno comunque la categoria. La mia società non ha mai commesso un illecito, abbiamo rispettato i regolamenti, i termini e le scadenze e il risultato è che in questo paese essere onesti non paga. Vince sempre il più furbo. Questo è il male del calcio italiano e questo modi agire allontana gli investitori che vorrebbero portare i loro capitali in Italia e sono respinti da queste situazioni». no allo sciopero. Il tasto della credibilità è stato toccato poi dal direttore generale Scibilia. «Ho letto frasi che sanno di velata minaccia, punizioni o “brutte sorprese” in caso non ci si presenti in campo», ha puntualizzato il dg, «e anche questo è inaccettabile in uno stato di diritto. Per 20 giorni ci hanno garantito che la squadra era salva, noi non potevamo intervenire come parte interessata nella vicenda proprio per la mancanza di un interesse legittimo, essendo salvi. Oggi siamo alla beffa, perché in questa storia diventiamo vittime. Concluso il campionato noi eravamo pronti a giocare i playout, anzi, eravamo contenti, avendo rischiato la retrocessione. Tranquilli, ci hanno detto, siete salvi. Ora abbiamo giocatori chiamati nelle Nazionali (è stabilito che i club non giocano nelle “finestre” riservate alle Nazionali, ndr), infortunati che in virtù della salvezza sono stati curati in modo diverso. Se il ricorso del Venezia al Tar del Lazio viene accolto almeno si bloccano le date del doppio confronto con una Salernitana che non sembra tanto disposta a far fronte comune su questa vicenda. Del resto anche posticipare le date dei playout sarebbe una sorta di prolungamento di un’agonia, una tensione che toglie ulteriore forza psicologica (importante, nel calcio) a chi deve giocare. La situazione è di caos, bastasse il buon senso si potrebbe trovare una soluzione: esempio, per la prossima stagione il campionato a 22 squadre, evitando i playout pur lasciando il “premio-salvezza” al Palermo. Ma nella stanza dei bottoni il buon senso sembra sparito.