La notte speciale di Pafundi: azzurro-record a 16 anni
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’azzurro Pafundi a 16 anni in azzurro.
Sedici anni, otto mesi e due giorni. Quando l’Italia ha vinto il suo ultimo Mondiale, Simone Pafundi non aveva nemmeno tre mesi di vita. Fa impressione. Allo scoccare del 90’ di Albania-Italia si è scritta una breve ma significativa frase nel libro della storia azzurra: primo 2006 a giocare in azzurro, il primo a esordire con l’Italia prima di compiere 17 anni negli ultimi 100 anni, il terzo più giovane della storia dopo Gavinelli e De Vecchi (ma si parla del 1910…).
Insomma, come dire che una cosa così capita veramente una volta ogni secolo. A lasciargli il posto Marco Verratti, un altro che a suo tempo è stato un enfant prodige del nostro calcio, anche se poi se lo sono goduto soprattutto a Parigi. Simone è entrato senza tremare, nei quattro minuti che la storia gli ha consegnato: si è sistemato all’ala destra, il ruolo del primo Leo Messi, il primo tocco con il petto a portare via il pallone a un avversario, poi qualche guizzo guidato da quel sinistro che ha incantato il Mancio e non solo nelle giovanili dell’Udinese. Anche un gol sfiorato, avviando l’azione per mandare sul fondo Andrea Pinamonti e poi il pallone solo sfiorato sul cross dell’attaccante. Esordiente pure lui, come Nicolò Fagioli (e diventano 87 i giocatori utilizzati sotto la gestione tecnica di Mancini). Ma Pafundi è qualcosa in più. È uno squarcio sul futuro.