L’edizione odierna de “La Nazione” si sofferma sulla gara vinta dal Pisa contro il Palermo.
Lo sguardo rivolto in avanti, la mente costantemente proiettata ad aggredire gli spazi e l’attitudine a coprire il campo in verticale. Mettendo da parte, quando la dinamica della partita lo richiede, persino il desiderio di controllare il gioco con il pallone tra i piedi.
In attesa di inserire nel motore anche tutti i nuovi innesti di movimento – Adrian Semper tra i pali ha già ampiamente dimostrato di cosa è capace – Filippo Inzaghi è riuscito a modificare il chip dei calciatori ereditati dalle precedenti gestioni. La discontinuità più marcata rispetto al recente passato è talmente evidente che è impossibile non sottolinearla: consapevole della propria forza, lo Sporting Club non pretende più di controllare costantemente la sfera.
Gli uomini di mister Inzaghi accettano anche di lasciare la supremazia nella manovra agli avversari, contrapponendo un’organizzazione difensiva con tempistiche “svizzere” nelle chiusure e una scelta accurata del frangente migliore per scatenare la pressione sui portatori di palla alla ricerca della riconquista e delle accelerazioni in verticale. Questa caratteristica l’abbiamo apprezzata nella prima uscita ufficiale della stagione, conclusa con un roboante 3-0 in casa del Frosinone, fresco di retrocessione dalla A, e due sere fa contro una formazione che quella categoria l’ha messa nel mirino senza mezzi termini. E non è un caso che queste due gare siano filate via più o meno sullo stesso spartito tattico: percentuale molto bassa nel controllo della palla, ma tasso di efficacia altissimo nella conversione delle azioni offensive in occasioni da gol. Contro il Palermo i nerazzurri si sono fermati al 35% di controllo della palla, realizzando il 63% dei passaggi tentati (185 su 293).
Nonostante il Palermo abbia macinato una mole decisamente maggiore di palloni – l’83% dei passaggi completati, portandone a termine 435 su 527 -, il numero di conclusioni scagliate nello specchio della porta è stato il medesimo di quelle effettuate dagli uomini di Superpippo. Il Pisa ha calciato verso i pali difesi da Desplanches in quattro occasioni, alle quali si aggiunge anche la traversa a botta sicura centrata da Caracciolo. A dimostrazione del fatto che per essere pericolosi nel torneo cadetto non c’è bisogno di marchingegni tattici di chissà quale difficoltà: la differenza principale viene fatta dall’abilità di leggere i vari frangenti della gara e capire quando affondare il colpo. Una competenza che il Pisa di Inzaghi sembra aver già inserito nel proprio bagaglio di nozioni.