L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Andrea Accardi, difensore del Palermo. Indossa il numero 4 per Giovanni Tedesco? «In realtà no, lo indosso da sempre. Dai tempi della Primavera. Non l’ho mai mollato, a parte a Trapani perché lo aveva il capitano Pagliarulo e per lui è sacro. Giovanni è un simbolo della palermitanità. Era il mio idolo da ragazzino. L’ho sempre ammirato come persona e come giocatore. Ho avuto la fortuna di conoscerlo durante il settore giovanile». Come ha cominciato a giocare? «Mi sono fatto le ossa e tante sbucciature al campetto del Villaggio Santa Rosalia. Mi sono formato anche a livello caratteriale conoscendo ragazzini che erano meno fortunati di me. Ho sempre avuto una famiglia meravigliosa alle spalle, c’erano ragazzi che giocavano con me che non hanno avuto questa fortuna. Giocavamo con il Super Santos, ma se c’era il ragazzo un po’ più borghese, quello che aveva i soldi e il pallone di cuoio, era tutta un’altra storia».