L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Andrea Accardi, difensore del Palermo. Cosa le resta del vecchio Palermo? «Mi ha fatto crescere, ho conosciuto un gruppo fortissimo che ha raccolto meno di quello che meritava e persone meravigliose come La Gumina e Fiordilino, ma anche Bellusci con il quale ci sentiamo quasi ogni giorno. Mi resta il rapporto con i magazzinieri e i fisioterapisti, alcuni dei quali non sono più in squadra. Ma tutti sono nel mio cuore. Non mi aspettavo che il vecchio Palermo finisse così. Speravo che qualcuno ci salvasse. Purtroppo siamo stati presi tutti in giro: noi, la città, i tifosi, i dipendenti. Alla fine i calciatori sono privilegiati, ma mi fa tanto male pensare a chi ha perso il lavoro». Ha avuto paura anche lei di rimanere senza lavoro? «Ero deluso e temevo che il Palermo potesse non rinascere in mani serie come invece poi è accaduto. Rimanere senza lavoro no, perché in un modo o nell’altro qualcosa l’avrei trovata. I miei procuratori Claudio Vigorelli e Francesco Salerno mi avevano già detto che c’erano richieste da B e C, ma volevo aspettare il Palermo. Sono un malato tifoso del Palermo. Non potevo andare via».