La Macedonia sfida l’Italia. Dimitrievski: «Gigio, facciamo sul serio. Per noi è la partita della vita»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla Macedonia e sulle parole di Dimitrievski.
«Il calcio è meraviglioso. Noi andiamo all’Europeo per la prima volta e perdiamo tutte e tre le partite. Voi quello stesso Europeo lo vincete. Però ora Italia e Macedonia si giocano l’accesso al Mondiale, la distanza è stata azzerata, lottiamo per lo stesso obiettivo» Chi parla è Stole Dimitrievski, portiere della Macedonia che tra due giorni affronterà l’Italia nel playoff verso Qatar 2022. L’abbiamo incontrato a Madrid, dove gioca nel Rayo.
Parliamo di Buffon?
«Il mio idolo. Da bambino, e ancora adesso, perché è eterno. Mi piaceva dentro e fuori dal campo, e ora mi sembra immortale. Il suo contratto scade lo stesso anno del mio, magari mi tocca venire a sostituirlo al Parma… Perché voglio giocare quanto lui, almeno fino a 40 anni».
E Donnarumma?
«Un grande portiere. Uno che è giovanissimo ed è già una figura dominante, prima nel Milan, in nazionale e ora nel Psg. L’hanno criticato per l’errore al Bernabeu, ma lo costringono a giocare tanto con i piedi ed è un rischio. Se sbaglia un difensore ci si può mettere una pezza, se sbagliamo noi è gol. Siamo senza rete. Può capitare, specialmente in partite con tanta pressione».
E l’Italia?
«Un Paese che mi piace molto: a 18 anni firmai con l’Udinese, che però mi cedette al Granada e non mi sono più mosso dalla Spagna. Mi piace la moda e vengo spesso da turista, sono innamorato di Sorrento, Capri, Napoli. Lì ho comprato la mia moca: sono un appassionato di caffè, ho fatto un corso di degustazione qui a Madrid, un po’ come quelli che si fanno per i vini, e me lo faccio mandare da tutto il mondo».
La Macedonia è nata due anni prima di lei, nel 1991.
«Sì, diciamo che siamo cresciuti insieme. Ho visto cambiare la percezione del calcio in Macedonia. Prima i tifosi andavano allo stadio a vedere i nostri avversari, perché era il loro unico modo di osservare grandi campioni. Ora vengono per noi. Ci vogliono bene, ci sostengono, hanno capito che facciamo sul serio. A me il fatto che una nazionale che ha 30 anni d’età sia già arrivata all’Europeo e ora si giochi il Mondiale mi sembra incredibile, straordinario. Per questo crediamo di potercela fare contro l’Italia: abbiamo voglia, entusiasmo e fiducia, pochissimo da perdere e tantissimo da guadagnare. Sarà dura, durissima, ma state sicuri che ci proveremo con tutte le nostre forze, per noi è la partita più importante della storia».