L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul mercato del Sassuolo e sull’obiettivo Brunori.
Vendere per ripartire. Il Sassuolo apre la sua gioielleria. Tanti talenti in vetrina, non mancano gli estimatori in giro per il mondo. Il Sassuolo può ricavare un gruzzolo che permetterebbe di lanciare la missione ritorno in Serie A per la quale è stato ingaggiato Fabio Grosso. Vediamo come.
Colpo in uscita. È quella di Matheus Henrique la prima cessione “eccellente” di un Sassuolo che avrà anche perso la categoria, ma non la capacità di capitalizzare quanto cede. «Vendere non è una priorità», ha dello l’a.d. neroverde Giovanni Carnevali, aggiungendo come la priorità sta piuttosto «ricostruire». Vero tuttavia che la rosa con la quale il Sassuolo è sceso al “piano di sotto” non sembra granché sostenibile a livello di Serie B ed ecco che quello del centrocampista brasiliano, che torna in patria e va al Cruzeiro per 8,5 milioni di euro più percentuale su futura rivendita, è inevitabilmente il primo addio, ma non sarà l’ultimo.
Né sarà l’unico remunerato a dovere: in attesa di sciogliere il nodo-Berardi (il giocatore rientra solo in inverno, se sarà addio il Sassuolo incasserà ragionevolmente meno di quanto avrebbe incassato l’estate scorsa) in partenza ci sono altri “pezzi da novanta” non funzionali alla “ricostruzione” che la società ha affidato a Fabio Grosso e nemmeno ad un campionato come quello cadetto. Poco probabile infatti. ma in realtà praticamente impossibile, che possano restare Pinamonti e Laurienté (per portarti in Emilia il Sassuolo ha speso circa 30 milioni di euro) o che nel Sassuolo che ricomincia dalla cadetteria possano figurare giocatori che stanno giocando l’Europeo (Erlic e Bajrami) 0 sono in scadenza di contratto (Defrel, Ferrari è Consigli) o ancora “emergenti” come Tharstvedt che di mercato ne ha, di richieste anche, sia in Italia che all’estero. Agli 8,5 milioni già garantiti dalla cessione del centrocampista brasiliano se ne aggiungeranno parecchi altri, che andranno a rimpolpare anche i 25 milioni di “paracadute”.
Prestiti di ritorno Risorse con le quali il neo direttore sportivo Francesco Palmieri e lo stesso Giovanni Carnevali sono chiamati ad allestire una squadra che dica la sua su un palcoscenico dal quale i neroverdi mancano da più di 10 anni, e al quale tuttavia dovranno gioco- forza abituarsi da qui ai prossimi due mesi. E se qualche profilo il Sassuolo lo ha già in casa nella “nidiata” di talenti che rientrano dai prestiti (il portiere Turati, l’anno scorso a Frosinone, su tutti, l’attaccante D’Andrea che bene ha fatto nel Catanzaro, insieme al centrocampista Ghion, il laterale difensivo Pieragnolo , 4 gol e 4 assist nella Reggiana di Nesta, dalla Sampdoria rientra anche Alvarez, per citarne alcuni) e nei (pochi) che resteranno in Emilia (Missori, Upanl, forse Roloca e Wolpato} altro andrà aggiunto.
Le punte Soprattutto in attacco, dove le partenze eccellenti sguarniranno il reparto dove la posizione di Mulattieri è al vaglio della dirigenza. E dove si va, stando ai rumors su attaccanti in grado di garantire i gol che servono a gonfiare la vela nero- verde. Come Matteo Brunori, atteso protagonista nel Palermo dell’ex Dionisi, o quel Gennaro Tutino che il Cosenza ha riscattato ma pare difficile riesca a tenere. O, restasse Mulattieri, di un giocatore più esperto (Coda?) da affiancare e/o alternare all’attaccante scuola Inter.