La formazione tipo è un «optional», il Palermo cambia sempre e va in tilt
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla formazione tipo del Palermo.
Corini lo ripete come un mantra dall’ultimo giorno di mercato: avere 22 titolari a disposizione è un lusso da sfruttare al massimo, nonché un modo per rendere tutti protagonisti in un campionato potenzialmente di vertice. Da qualche settimana però quello che si presentava come un vantaggio si sta rivelando un vero e proprio boomerang: da un lato la vetta della classifica si sta progressivamente allontanando (il Palermo al momento è a -9 dal duo Venezia-Parma), dall’altro le continue variazioni di modulo e undici titolare sembrano aver tolto certezze ai giocatori, molti dei quali non riescono a esprimersi come a inizio stagione o come la loro esperienza in categorie superiori lascerebbe intendere.
Solo in tre non sono mai usciti dall’undici di Corini: Pigliacelli, Mateju (utilizzato anche con un leggero infortunio contro il Südtirol) e Lucioni, mentre tutti gli altri contano almeno una partenza dalla panchina. Brunori, pur avendo giocato tutte e quindici le partite, è entrato a gara in corso contro il Lecco (a causa di un lutto nei giorni antecedenti al match); anche Ceccaroni nelle idee del tecnico avrebbe fatto parte dell’elenco degli insostituibili, se una lesione alla gamba non lo avesse messo ko contro il Brescia.
Per tutti gli altri ruoli Corini non sembra ancora aver trovato stabilità e la scelta di sperimentare diverse soluzioni finora non ha pagato: in tanti, tra un rendimento altalenante e un adattamento che non pare funzionare, sono ancora in cerca della scintilla che possa far svoltare il loro campionato. Alcuni invece sono ancora in attesa di uno spazio che finora gli è stato di fatto precluso: Nedelcearu ha giocato solo nel finale di Venezia, Graves nel secondo tempo con il Lecco, Desplanches aspetta sempre l’esordio e Soleri, presente dal primo minuto solo contro i blucelesti, ha avuto per il resto solo pochi spezzoni a disposizione.
A Parma il tecnico ci arriva con una serie di interrogativi. Se le notizie dall’infermeria fossero buone, alcuni tra gli assenti potrebbero tornare a disposizione; tuttavia la conferma del 3-4-3 visto con il Catanzaro appare tutt’altro che scontata, dal momento che con tale modulo la squadra è apparsa più d’una volta in balia degli uomini di Vivarini. Anche nell’undici titolare potrebbero figurare dei cambi, date le difficoltà di alcuni effettivi nel match di venerdì e il contemporaneo recupero di altri. Nemmeno il tentativo di riproporre il 4-3-3 a Terni, dopo due partite con il 4-2-3-1, è andato a buon fine: il Palermo si è acceso solo a sprazzi, apparendo lontano parente di quello che con lo stesso schema di gioco andava più che bene a inizio campionato