La Fifa: no Russia, ma una Nazionale senza bandiera. L’Europa rifiuta, niente playoff

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla questione relativa alla Nazionale della Russia esclusa dallo sport.

La nazionale che non c’è. La Fifa tenta un compromesso improbabile, cancellando temporaneamente la Russia con l’”inchiostro simpatico” di una volta — quello che con una spruzzata di limone faceva riapparire le parole segrete — e creando al suo posto una specie di squadra federale, la Football Union of Russia (Rfu), per salvare gli atleti condannando la politica. Ma la Polonia non ci sta e non è la sola a reagire immediatamente. Anche questo capitolo rischia di essere presto obsoleto.

Decisione FifaCampo neutro, no inni e Football Union Russia. Andiamo con ordine. Ieri sulla questione ucraina è intervenuto il Bureau del Consiglio di Zurigo, organo ristretto composto dai presidenti continentali più quello Fifa Gianni Infantino. Una decisione non più rinviabile. I punti: 1) le squadre russe dovranno giocare in campo neutro (come deciso dall’Uefa) e a porte chiuse; 2) non andranno in campo con il nome “Russia” ma con quello di “Football Union of Russia (Rfu)”, rappresentando quindi la federazione; 3) non avranno bandiere o inni ad accompagnarle. Un po’ come aveva fatto il Cio all’Olimpiade col doping di stato russo. Mentre la “Rfu” ricorda la “Csi” (Confederazione stati indipendenti) con cui i giocatori delle repubbliche sovietiche andarono all’Euro 92 con il crollo dell’Urss.

La reazionePolonia: Non giochiamo Ma anche la Fifa…Due cose lasciano pensare che difficilmente queste misure saranno applicate. Intanto, la precisazione della stessa Fifa che non nega il ricorso ad altre misure, «compresa l’esclusione dai tornei se la situazione non dovesse migliorare». Poi la reazione immediata della Polonia che a giocare contro la “Rfu” neanche ci pensa. «La decisione della Fifa è totalmente inaccettabile», ha twittato il presidente federazione Cezary Kulesza. Aggiungendo: «Non siamo interessati a partecipare a questo gioco delle apparenze. La nostra posizione rimane intatta: la Polonia non giocherà con la Russia, qualunque sia il nome della squadra».

La Francia «Noi non andremmo a giocare in Russia». Ben prima del provvedimento Fifa altri paesi s’erano schierati “contro”. Noel Le Graet, presidente federale francese, aveva espresso solidarietà all’Ucraina e alle nazioni che rifiutano di affrontare la Russia: «Al posto loro, neppure noi andremmo in Russia a giocare. È impossibile pensare al calcio. Dietro a una nazionale c’è comunque un Paese. La colpa non è di tutti i russi, ma non si può rimanere neutri. E non va dimenticata l’Ucraina. Per questo abbiamo mantenuto la partita del 26 marzo di qualificazione all’Europeo U.21, anche se in campo neutro. È un bene che quei ragazzi mantengano il diritto di giocarsi un posto».

Il resto d’EuropaAnche Sheva in piazza Cechi e inglesi contro. Con una bandiera dell’Ucraina sulle spalle, stringendo moglie e figli, Andriy Shevchenko, ex c.t. ucraino, si è mescolato alla folla che protestava contro l’invasione russa a Trafalgar Square, a Londra. «Stop alla guerra», ha scritto su Twitter. E non è finita. La Repubblica Ceca s’è aggiunta ieri a Polonia e Svezia nel rifiuto di giocare contro la Russia in caso di incrocio nei playoff mondiali (posizione di cui la Fifa ha preso atto). La Federcalcio inglese ha annunciato che le sue squadre nazionali si rifiuterebbero di giocare con i russi. Oggi sono attese nuove adesioni al fronte.

Lo scenario. Presto la Russia esclusa dallo sport?. Riassumendo, sembra davvero difficile che la Russia, o Rfu, o come si chiami, possa mai affrontare le altre nazionali se sarà ancora invasione. In teoria il «no» alle partite in calendario potrebbe comportare sanzioni per Polonia e altre ribelli, ma è più probabile che presto si costituisca un fronte unico internazionale anti-Russia che di fatto la escluda dallo sport. A meno di non qualificarla nei playoff per mancanza di avversari. Come ha detto Szczesny, «vediamo se la Fifa ha le palle di dare la vittoria a tavolino alla Russia». Lo scenario più probabile è che in breve, purtroppo per gli atleti russi, la nazionale per cui tifa Putin sia fuori dallo sport mondiale.