L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla doppia svolta del Palermo grazie a Brunori e Pigliacelli.
Il primo ha creato, non solo segnando il ventottesimo gol dell’anno solare, ma anche facendo reparto da solo. Il secondo ha distrutto, ma solo perché di mestiere deve evitare i gol degli avversari e di fatto ha conservato il risultato in favore del Palermo. La vittoria contro il Genoa nella bolgia del “Barbera” è stata nel segno dal capo e della coda del Palermo: il capitano Matteo Brunori, che con la rete di al Grifone ha superato il record di Luca Toni, e Mirko Pigliacelli, che venerdì ha mantenuto inviolata la sua porta con almeno tre interventi decisivi e ha respinto le critiche.
«Era fondamentale trovare una vittoria davanti al nostro pubblico, perché dà valore al lavoro settimanale», ha detto il bomber rosanero dopo la partita. Poi ha parlato da nuovo capitano: «Dobbiamo arrivare il prima possibile alla salvezza, poi si pensa al resto. Ma il Palermo è il Palermo, non è di Matteo Brunori: io gioco in questa squadra, sono contento di essere in questa società e voglio ricambiare la fiducia in campo». Ma accanto al solito Matteo Brunori, la sorpresa è stata Mirko Pigliacelli, sempre decisivo nei momenti delicati del match. Quando si è disteso nel primo tempo sul rasoterra velenosissimo di Jagiello. Ma soprattutto nel secondo. Quando si è accartocciato e ha bloccato sulla linea un pallone con la complicità, senza nemmeno dirlo, di Brunori nella veste di difensore.
E ancora nel momento in cui è volato per respingere un tiro potente di Coda. Infine, al 95’ nel pieno forcing genoano, quando ha ruggito in faccia all’ex Puscas e alla curva Nord, dopo aver sradicato il pallone all’attaccante lanciato in porta. «Sono un tipo maniacale e mi rivedo a casa tutti gli episodi e le fasi delle partite – ha detto a caldo il portiere romano – ho sentito qualcosa sulle critiche, ma fanno parte del gioco e non ci perdo tempo, anzi, se può servire a togliere pressioni dalla squadra me le prendo tutte senza problemi». Un riferimento a qualche mugugno da parte dei tifosi per alcune incertezze. Più che altro, finora, l’estremo difensore scuola Roma, arrivato a Palermo dopo quattro anni in Romania, si era potuto mettere in mostra per le sue doti in fase di impostazione di gioco dal basso, molto apprezzata da Corini. E tra i pali non aveva potuto opporsi alle imbarcate di gol contro Ascoli e Reggina. Ma contro il Genoa è stata la serata di un portiere, che a 29 anni, in Italia, ha totalizzato cinque stagioni da titolare in serie B.