La città è a lutto. I giorni bui di Catania. Senza il calcio si scopre più povera
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sui giorni bui di Catania.
La città è a lutto senza la sua squadra di calcio. Da quando sabato scorso la Figc ha ratificato il fallimento della società etnea disposto dal tribunale i tifosi rossazzurri sono sprofondati in un vuoto oggi difficile da colmare. Chi piange la perdita non è soltanto chi la domenica andava allo stadio “Massimino”, ma è il tessuto sociale, imprenditoriale. Ad essere ulteriormente danneggiata è l’immagine di una città che fa fatica a rialzarsi.
Una città senza sindaco perché sospeso dalla legge Severino, una città senza più la sua squadra di calcio perché fallita. Con tante sfide aperte da affrontare: da quella industriale che vede negli oltre 130 esuberi dello stabilimento Pfizer il suo più tragico epigono a quella di una povertà diffusa alimentata dagli effetti economici del Covid, ai giovani sempre più senza lavoro a cui è stata negata persino la gioia di esultare per i gol della propria squadra del cuore. «È la fine di una storia gloriosa», commenta Giuseppe Condorelli, il re dei torroncini, che ricorda con gioia la promozione del 1982 dalla serie B alla massima serie con Gianni Di Marzio in panchina.
«Catania è rimasta orfana, del suo sindaco, della sua squadra di calcio. E questa sarà un ulteriore perdita anche per l’economia locale», aggiunge Condorelli. Dopo la cancellazione del Calcio Catania si ricomincerà da zero e a raccogliere quella palla rimasta sola nel mezzo del campo sarà il Comune che ha avuto mandato proprio dalla Figc. «Entro un mese, al massimo 45 giorni, sarà pubblicato un nuovo bando e speriamo che questa possa essere una vera rinascita», spiega Sergio Parisi, assessore allo Sport che continua a lavorare per la città. Dalla riqualificazione del Palacatania al rifacimento del manto erboso del club dei Briganti di Librino dove attraverso il rugby si combatte la mafia e la dispersione scolastica. «E speriamo che in questa rinascita non ci saranno più le scorie che hanno caratterizzato la gestione del Catania degli ultimi anni», commenta Parisi. A piangere la fine della squadra etnea è anche chi quella maglia l’ha indossata trascinando per più anni il Catania all’ottavo posto in Serie A.