L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” parla della tragedia sfiorata di ieri nel match della Danimarca agli Europei.
Un giorno ci scherzeranno su, davanti a una birra. Un giorno Chris chiederà all’amico Simon di raccontargli quel pezzo di vita di cui ha perso il controllo. Chiederà come è riuscito a conciliare gli occhi lucidi con la freddezza con cui ha abbracciato e rassicurato – per quanto possibile – la moglie Sabrina. Gli dirà grazie, perché cosa può fare di più un amico non se non salvarti la vita? Eriksen e Kjaer sono amici, prima che compagni – scrive il quotidiano -. Da ieri però sono pure fratelli.
Lottando per la vita Kjaer è l’angelo custode di Eriksen. Kjaer è composto, lucido. Ai giocatori ordina: mettiamoci in cerchio, così da schermare qualsiasi cosa di Christian. A un certo punto qualcosa però si muove. Alla panchina della Danimarca arriva una telefonata. Squilla il cellulare del team manager Norkjaer, che di nome fa Christian pure lui. Norkjaer corre all’impazzata verso la tribuna opposta, con il telefono all’orecchio. Si avvicina agli spalti, una ragazza gli va incontro, lui la aiuta a scavalcare e a entrare in campo. È Sabrina Kvist Jensen, moglie di Eriksen. Ha le lacrime agli occhi, non si dà pace. Un addetto della Uefa corre incontro ai due e fa segno alla ragazza che non può avvicinarsi verso il marito. Scena terribile. Che Kjaer intercetta subito. Lascia quel capannello che lui stesso aveva formato intorno all’amico. E corre da Sabrina. La abbraccia. Le sussurra qualcosa per tranquillizzarla, che poi come sia possibile non può saperlo davvero nessuno – conclude il quotidiano -. Il trasferimento in ospedale, poi la gioia: Eriksen è fuori pericolo.