Juventus, Procura Torino apre nuova inchiesta: “Plusvalenze gonfiate e scritture private con 7 club”
L’edizione odierna de “Il Corriere Torino” si sofferma sul caso Juventus con una nuova inchiesta aperta sul club.
La Procura della Repubblica di Torino, la stessa dell’inchiesta Prisma, che al termine dell’inchiesta su plusvalenze e stipendi ha deciso di aprire un nuovo fascicolo d’inchiesta sul bilancio 2022 della Juventus a seguito delle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza. Dopo l’acquisizione di alcuni documenti presso il revisore Deloitte, ha aperto un nuovo procedimento penale (numero 7719 del 2022) a modello 45, ovvero: “fascicolo senza ipotesi di reato né indagati”. Nell’ambito di questa indagine, il 22 dicembre scorso, i militari della polizia tributaria hanno acquisito “un secondo memorandum, del 3 settembre 2020″ firmato dall’ex direttore sportivo Fabio Paratici e dal vice-presidente nonché ad dell’Atalanta, Luca Percassi.
Negli atti di questa nuova inchiesta la Guardia di Finanza pone l’accento su passività non messe a bilancio dalla società bianconera: “Riguardo agli impegni (non depositati) assunti nei confronti dell’Atalanta e del Sassuolo si ritiene che la società avrebbe omesso di rilevare nei relativi bilanci le seguenti passività: 8 milioni di euro per effetto del debito con l’Atalanta nel bilancio al 30 giugno 2021 (e poi in quello a 30 giugno 2022); altri 8 milioni per effetto del debito con il Sassuolo derivante dalla prelazione sul diritto di Traoré, nel bilancio al 30 giugno 2020 (e poi in quello chiuso al 30 giugno 2021)”
In sostanza gli inquirenti sottolineano l’esistenza di accordi e scritture private con altri club che non sono mai stati depositati (e quindi comportano reato) dai dirigenti bianconeri. Le società coinvolte sono 7 e sono Cagliari, Udinese, Bologna, Atalanta, Sassuolo, Sampdoria e Sion. Accordi che dovrebbero portare quantomeno a rettificare alcune delle plusvalenze registrate nel bilancio al 30 giugno 2019. Nello specifico, si concludono le pagine degli atti dell’inchiesta si tratta di “32,8 milioni su un totale di 127 milioni”